Cinque gol e tutti a casa felici e contenti: noi per la vittoria, loro per i due storici gol a San Siro. Milan-Dudelange è finita come doveva finire. Anche se col brivido della figuraccia. Il risultato parla chiaro: c’è del positivo, ma c’è anche tanto di negativo nella penultima gara del girone rossonero. In particolare abbiamo individuato tre fattori postivi e tre negativi da tenere in considerazione.
ATTACCO
Certo, di fronte c’era una squadra nemmeno professionistica. E un portiere mostruoso, nell’accezione meno ottimista del termine. Ma cinque gol bastano e avanzano, anche in serate come questa. Si è confermato Cutrone, si è sbloccato Calhanoglu e ci ha messo lo zampino anche Borini. Insomma in un modo o nell’altro l’attacco ha funzionato.
CAMBI
In un match in cui Gattuso voleva risposte dai titolari, la vera forza del Diavolo sono stati i subentrati. Le sostituzione di Rino sono tutte azzeccate. Suso entra e palesa semplicemente di essere il più forte in campo: per qualità e personalità. Cambia la partita. Mauri finalmente si prende gli applausi del suo pubblico, a suon di grinta e giocate. Per poco non sfiora anche il gol. Borini entra e ci mette 45 secondi a buttarla dentro: gli basta un pallone.
SIMIC
Il centrale ex Crotone, pur contro un attacco tutt’altro che irresistibile, fa la sua bella figura. Si vede che a livello di concentrazione ha qualcosa in più di tutti gli altri. E’ quasi l’opportunità della vita giocare a San Siro con la maglia del Milan. Lui ringhia come il suo mister, gioca semplice e sfiora pure il gol. Insomma se la gioca alla grande.
DIFESA
Se fare cinque gol al Dudelange deve essere consuetudine, prenderne due non può essere la normalità. Di problemi con i clean-sheet, si sa, il Milan ne ha. Il punto è che chiunque giochi, almeno un gol lo si prende (quasi) sempre: qualunque sia l’avversario. Il problema evidentemente è tattico, perché cambiano gli interpreti ma la sostanza è sempre la stessa.
HIGUAIN
Questo Pipita non serve al Milan. Nervoso, impreciso, goffo, confuso, irritato e irritante. Doveva essere la sua rinascita, è stata la conferma di un periodo decisamente no. Sbaglia l’approccio mentale e la gestione tecnica della gara. L’antidoto per tornare a sorridere esiste: il gol. Ma contro il Dudelange manca anche quello.
HALILOVIC
Chi si chiedeva perché non giocasse, forse, si è dato pace. Il croato, ora come ora, è la brutta (molto brutta) copia di Suso. Il tentativo di giocata è sempre quello: sterzata sul mancino e rientro verso il centro. Poi però mancano le idee, la verticalità, la concretezza. Oltre che una condizione fisica accettabile: ma quella viene giocando, quindi è ampiamente giustificato. Di certo allenarsi con Suso può aiutarlo a crescere proprio dal punto di vista della praticità della giocata. Ad oggi non è da Milan.
This post was last modified on 30 Novembre 2018 - 16:41