Gattuso fa il dottore: ricostruire il morale del Pipita

Gonzalo Higuain ha perso la testa nella sfida delle sfide. Affrontare gli ex compagni e Massimiliano Allegri poche settimane dopo aver dichiarato di esser stato cacciato dalla Juventus era un’occasione ghiotta per prendersi una rivincita. D’altronde gli era sempre andata bene, ad esempio, nelle sfide contro il Napoli quando aveva deciso di passare in bianconero. Segnò, infatti, alla prima occasione allo Stadium (senza esultare) e ricordiamo tutti il celebre sfogo all’indirizzo di De Laurentiis quando tornò al San Paolo in Coppa Italia.

Lui è argentino. Sangue (e piede) caldo. Ma l’esperienza dovrebbe indurlo a controllare le reazioni, in cui ogni tanto casca (vedi Udinese-Napoli nell’ultimo anno partenopeo). Forse ne sapevano qualcosa di più proprio alla Continassa visto che non pare un mistero che Allegri avesse da tempo decretato la sua cessione la scorsa estate. “Gonzalo deve sentirsi sempre il più amato e coccolato”, ripeteva ai collaboratori il tecnico della capolista, che, al momento dell’arrivo di Cristiano Ronaldo a Torino, non ha avuto dubbi sull’agnello da sacrificare. Questione anagrafica? Forse.

Starà a Rino Gattuso rimettere insieme i cocci di un campione psicologicamente “fragile” come il Pipita, ma che rappresenta comunque l’elemento di maggiore qualità della rosa rossonera, quello davvero in grado di “spostare gli equilibri”. Per un giocatore difficile da gestire a Milanello, eccone uno ancora più duro tornato alla Juve: Leonardo Bonucci, che domenica ha guardato tutta la partita dalla panchina. A pensar male si fa peccato, ma anche in questo caso la scelta di Allegri non dev’esser stata casuale, visto che 24 ore prima della partita di San Siro l’allenatore aveva di fatto confermato l’impiego di Bonucci dal primo minuto. Poi dev’essersi spostato qualche equilibrio anche a Torino.

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