Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.
La pausa delle Nazionali, che accomuna tutti i calciofili nell’insofferenza da mancanza di calcio giocato, costituisce quantomeno una buona occasione per tirare le somme ed analizzare a bocce più ferme alcuni aspetti della stagione rossonera. Uno degli elementi della rosa di mister Gennaro Gattuso che è maggiormente nell’occhio del ciclone da inizio stagione è Hakan Calhanoglu. In questi primi tre mesi di gare ufficiali, il turco non sta dando l’impressione di riuscire a ripetere le gesta dello scorso anno, quando – alla sua prima stagione in Italia – mise a segno otto reti, condite da ben tredici assist. Stavolta, invece, i numeri sono impietosi: tra campionato ed Europa League, nessun gol e tre assist nell’arco delle tredici partite in cui è sceso in campo, con una media voto di poco superiore al 5.5.
Ecco perchè, in presenza di tali numeri, non certamente confacenti alle sue qualità, l’ex Bayer Leverkusen è entrato in un vortice di critiche e polemiche da parte dei tifosi – acuite da un “mi piace” al post di Leonardo Bonucci dopo la vittoria della Juventus a Milano una settimana fa – oltre che di voci che lo vorrebbero in partenza addirittura a gennaio. Due giorni fa, infatti, il Corriere dello Sport, ha affermato che, nel caso in cui il club di Via Aldo Rossi si trovasse costretto ad operare una cessione pesante magari per ottemperare alle decisioni della Camera Giudicante dell’Uefa, il primo sulla lista dei sacrificabili di Leonardo e Maldini potrebbe essere proprio Calhanoglu, per il quale sarebbero tornate a farsi sentire sirene dalla Germania, nello specifico quelle del Lipsia e dell’Eintracht Francoforte. Milan, che, però non sarebbe intenzionato a lasciarlo partire senza ottenere una plusvalenza rispetto ai 24 milioni investiti per il turco nell’estate 2017.
A parere di chi scrive, tuttavia, sarebbe un errore madornale privarsi di Calhanoglu, al quale vanno concesse tante attenuanti, a cominciare da quella relativa alla forma fisica. Il nativo di Manheim, infatti, sta convivendo da qualche settimana con un fastidioso problema al collo del piede, che gli rende difficile finanche calciare il pallone. Non un dettaglio da niente per chi gioca a calcio. A questo si aggiungano i problemi familiari, col burrascoso divorzio dalla moglie incinta che di certo non gli garantisce tranquillità.
Nonostante prestazioni non all’altezza, Calhanoglu resta evidentemente un elemento imprescindibile dello scacchiere di Gattuso, tanto da far affermare al tecnico rossonero “Perchè lo faccio giocare nonostante il problema fisico? Perchè credo ci possa dare una mano comunque”, dopo che contro la Juventus era partito titolare pur essendo a mezzo servizio. Ci sentiamo di concordare con Ringhio: il Milan ha un disperato bisogno della sua qualità, in una squadra dove – a parte forse Suso – non c’è nessuno coi suoi mezzi tecnici. La speranza di tutto l’ambiente rossonero è quella di rivedere al più presto il calciatore ammirato lo scorso anno, quando faceva la differenza con le sue giocate sopraffine. Magari già da domenica nello scontro diretto contro la Lazio all’Olimpico: in quell’ottica, i novanta minuti disputati ieri con la maglia della Turchia contro la Svezia, sebbene non brillantissimi, possono quantomeno portare un po’ di ottimismo sul fatto che Hakan stia progressivamente superando i problemi fisici che lo tormentano.
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