Baka show, Pipa shock: è il Milan dei contrari nella notte della prevedibilità

La Juve ha vinto, Ronaldo ha segnato, il Milan è quinto. La notte di San Siro non è stata la favola dal lieto fine in cui i più scarsi sconfiggono i più forti. E’ stata un Davide contro Golia senza sorprese. In cui il gigante si mangia l’omino. E gli dà pure del pivello.

Eppure nella notte della prevedibilità un che di curioso si è visto: El Pipa travestito da “El Pippa” e Bakayoko improvvisato MVP. Il francese leader tecnico indiscusso in un deserto di personalità. E l’argentino dannoso, se non disastroso, da ogni prospettiva.

DARK GONZALO 

Milan-Juventus è la prova che anche Higuain ha un dark side. E l’ha mostrato tutto in una volta: dalla testa ai piedi, letteralmente. È stato un Pipa impreciso e goffo, a conferma del fatto che contro le grandi difese l’Higuain trentenne fa parecchia fatica. Nel derby, contro la miglior difesa d’Italia, del resto, non l’ha mai vista. Ieri voleva strafare (nel bene) e ha strafatto (nel male). Mentre col Napoli vigeva ancora la scusa dell’esordio.

Il rigore, invece, esula dalla questione: perché si sbagliano e perché Szczęsny ci ha messo del suo. Di certo l’errore certifica la statistica: su diciotto rigori calciati in A ne ha falliti sei. In pratica uno su tre, in Italia, non riesce a segnarlo. Per la gioia del popolo rossonero quel rigore su tre è datato 11 novembre 2018, contro la Juve, sotto 0-1, dopo un tempo di sofferenza. Ma, ahiloro, tant’è.

Il rigore sbagliato ci sta, la sceneggiata dell’83esimo meno. Ma aldilà dell’evidenza, quei due minuti di follia raccontano tanto. Dentro quella materializzazione di nervosismo c’è tutto: il rigore sbagliato davanti al suo nuovo pubblico contro i suoi ex compagni, la ferita aperta di una cessione voluta da altri e non da lui, la consapevolezza, per la prima volta in carriera, non solo di non essere più tra i forti, ma anche di non potersela giocare con loro. Il rammarico, la fragilità e l’impotenza del Pipa rossonero.

SUPER TIEMOUE’

Chi invece sotto sotto forse se la ride è Tiemouè Bakayoko. Storia strana la sua, catapultato in mezzo al campo nella partita delle partite. L’ha vissuta con leggerezza, in un Milan con pezze ovunque di fronte la squadra più forte d’Europa. Ma soprattutto l’ha giocata con personalità, fattore decisamente imprenscindibile per uno che ad ogni pallone perso (o quasi) tende a beccarsi preventivamente i vaffa di mezzo San Siro. Il che in un San Siro sold-out non è proprio un’esperienza piacevole, o se non altro incoraggiante. Ci è riuscito, sì, pur con i soliti brividi e i “buttala via” ad accompagnare tutti quei controlli un tantino spensierati nella propria area di rigore. O gli urlacci dagli spalti ad avvertilo dell’accorrente uomo nelle ricezioni spalle alla sporta. Tutto normale, insomma, se si parla del francese. E tutto molto divertente se (finalmente) è lecito parlarne in chiave positiva. Bakayoko migliore in campo e Higuain peggiore. Divertente, già. Ma (forse) c’è un problema.

di Lorenzo Del Papa

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