E’ passato un anno e mezzo. E’ cambiato tutto.
Marzo 2017. Le prodezze di Gigio fanno il giro del mondo. E’ appena maggiorenne, ma fa il fenomeno da più meno quindici mesi. “E’ il futuro”, dicono. E i numeri lo provano.
28 match di campionato, 111 parate. E’ sul tetto d’Europa: nelle cinque leghe principali non c’è nessuno come lui.
Non solo. Il rapporto parate-gol subiti, anche quello, è impressionante: 3,47. Buffon, per intenderci, è a 2,5.
E ancora. La percentuale di parate rispetto ai tiri in porta non è la più alta, ma poco ci manca. Neuer, insomma non l’ultimo degli ultimi, è primo: 78%. Gigio secondo: 77%.
Ottobre 2018. Qualcosina evidentemente è cambiato. E di certo non in meglio.
Quel 77% di inizio 2017 è calato di 20 punti percentuali: 57%. Capiamoci, non può essere puramente questione di numeri: lo sanno tutti che il calcio non è fatto (solo) di cifre. Ma qui sono troppo indicative per essere frettolosamente evitate.
A nove gare dallo start del campionato (del Milan) Donnarumma ha incassato 13 gol: sul campo sempre almeno uno, di media qualcosa in più. Ultimo clean sheet? Aprile, Milan-Napoli 0-0, storia di un’altra stagione. Ad ogni modo parecchio tempo. Male, sì. Eppure se dalle sue parti passassero decine di palloni a partita, sarebbe pure tecnicamente passabile. E qui sta il punto: non va (quasi) mai così.
Il Milan concede il giusto: 30 tiri in porta in 9 gare. Insomma non troppi. Anzi. Ciononostante di gol ne prende parecchi: 13 complessivi. In sostanza, la percentuale di palle in rete fra quelle che inquadrano lo specchio è del 43%: la più alta di tutta la Serie A. Su 10 tiri che arrivano verso Donnarumma almeno 4 lo passano.
Non che il colpevole sia sempre lui: tolto il derby in effetti non abbondano paperoni letali. Ma il paradosso è chiarissimo. Il portiere economicamente più pesante è il portiere concretamente meno incisivo del campionato. Ciò che preoccupa è l’incapacità di salvare. L’astinenza da miracoli. L’impotenza sistematica. Questo Donnarumma è un portiere ordinario dall’ingaggio straordinario. Un potenziale fenomeno che fa cose normali.
Qual è la morale? Non c’è una morale. C’è la volontà di rivalorizzare un ragazzo tanto tecnicamente forte quanto emotivamente fragile. Che ha scritto l’inizio di una favola troppo bella per non meritare un lieto fine.
DI LORENZO DEL PAPA
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This post was last modified on 29 Ottobre 2018 - 19:42