“Non mi arriva un pallone”: usciva dicendo così, a Castillejo, Gonzalo Higuain dal campo di Cagliari, dopo aver pareggiato i conti con i rossoblu sfruttando quello che – di fatto – era stato l’unico pallone giocabile ricevuto in 90 minuti. Il bersaglio di quella frecciata pareva essere proprio Suso, reo di cincischiare troppo con il pallone tra i piedi e di volersi specchiare nelle sue giocate, fino a quel momento inconcludenti e neanche troppo belle da vedere. Sì, Suso.
Quel Suso che nelle ultime due gare di campionato disputate dall’argentino ha messo letteralmente sul piede le palle dei tre gol segnati dal Pipita. Tre assist su tre reti, per farla breve. L’intesa da quel che si vede c’è, i dissidi – per così dire – del campo risolti definitivamente. E il tutto è sottolineato dai frequenti e ripetuti abbracci nel corso del match: non solo al momento del gol, ma anche in occasione dell’uscita dal campo del numero 8 rossonero, esausto e massacrato dai sistematici falli dei clivensi.
I due – del resto – parlano la stessa lingua, coi piedi e con la bocca. Era inevitabile che due giocatori dalle tali qualità tecniche alla lunga si sarebbero trovati. E lo aveva detto lo stesso Gattuso, nella conferenza precedente alla partita contro l’Atalanta: “non si vogliono male, devono solo imparare a conoscersi in campo”. Detto fatto. Suso ha capito che finalmente c’è qualcuno davanti a cui basta darla per buttarla dentro e di conseguenza si è scaricato qualche chilo di responsabilità offensive che fino allo scorso anno gravavano quasi esclusivamente sulle sue spalle; l’altro, Higuain, ha cominciato a ricevere palloni dentro l’aria e ha smesso di fare il trequartista come nelle prime tre gare di campionato. La scintilla è ormai scoccata, la coppia è formata: Batman e Robin, gli eroi rossoneri.