Uno dei pochi a salvarsi. Un esempio per i compagni. Lucas Biglia è in crescita e l’ha dimostrato anche nel derby. Se il Milan ha sorpreso in negativo per l’atteggiamento molle e rinunciatario, nulla si può dire al suo vertice basso di centrocampo. Dopo un’annata di ambientamento, è questo il giocatore che il Milan si aspettava e attendeva. Biglia è sempre più leader tecnico ed emotivo, in campo e fuori.
Nella prima frazione di gioco, l’argentino ha mostrato tutte le sue qualità in fase di interdizione ed impostazione, dosando aggressività ed intelligenza tattica. L’ex Lazio non si è risparmiato (vedere il contrasto con Nainggolan, con il belga a farne le spese), ha tirato fuori gli artigli e l’orgoglio proprio nel momento di difficoltà, quando l’Inter ha alzato la forza d’urto e si avvicinava al vantaggio. Sembrava aver avuto la peggio nello scontro con l’interista, ma l’argentino non ha voluto gettare lo spugna e ha stretto i denti, sintomo anche del suo attaccamento alla maglia e alla partita.
Nonostante ciò, è sempre stato abile a uscire dal pressing e lucido a servire i compagni, come dimostra il 95,6% di precisione nei passaggi. Peccato che Kessié e Bonaventura, non al meglio, non sono riusciti a supportarlo. Nel secondo tempo, è arrivato il prevedibile calo fisiologico, forse dovuto al contrasto subito nel primo tempo. Anche le sue dichiarazione post-gara sono lo specchio di un condottiero: deluso per l’esito della gara, ma pronto a trainare i compagni verso il riscatto. 11 Biglia forse avrebbero perso, ma sarebbero usciti a testa alta.