Squadra che vince non si cambia, diceva Vujadin Boskov. A volte, però, bisogna cambiare, migliorare e progredire. Il Milan sceso in campo ieri a Cagliari non sembrava una squadra migliorata, ma troppo appagata dal successo contro la Roma. Gattuso va avanti con la sua idea: 4-3-3 di base, con Suso a destra e Calhanoglu a sinistra, a supporto del terminale offensivo Higuain.
JOAO PEDRO TRA LE LINEE E IL MILAN VA IN PALLA – La posizione di Joao Pedro del trequartista atipico mette subito in difficoltà i rossoneri. Il brasiliano al ritorno in campo viene subito riproposto titolare e premia Maran con il gol del vantaggio. Rispetto a Ionita, schierato nelle precedenti partite da trequartista, Pedro dona imprevedibilità e spavalderia all’attacco sardo già impreziosito dalla coppia Farias-Pavoletti. Il solo Biglia, sovraccaricato dai soliti compiti difensivi e offensivi in fase di costruzione, patisce da subito la velocità del brasiliano. Ad emergere è anche la stanchezza di Kessié e Bonaventura che manda in balia tutto il centrocampo. E’ li che il Cagliari costruisce i primi 20 minuti che Gattuso definirà orribili.
LA POSIZIONE DI SUSO E DI CALHANOGLU – A differenza dell’ultima uscita a San Siro il Milan sbaglia completamente l’approccio al match: oltre ai demeriti del centrocampo, già citato in precedenza, ci sono da registrare anche le prestazioni blande di Suso e Calhanoglu. Il primo non segna praticamente da febbraio scorso e ultimamente appare sempre più lento e prevedibile; il secondo, come Bonaventura, è reduce dalle stanchezze nazionali. Ma al di là della prestazione i due vengono proposti troppo larghi e quindi eccessivamente distanti dalla porta avversaria. Una variabile che non giova neanche a Higuain: servito praticamente mai durante l’arco della partita. Troppo ampio il raggio d’azione del Milan che, e questo è forse il limite più grave, fatica ad attaccare con pericolosità per vie centrali. Sull’1-1 infine Gattuso avrebbe schierato molto volentieri le due punte: ma con Cutrone infortunato e con un Borini restio a garantire le stesse qualità del primo, ci rinuncia. Si poteva fare meglio sul mercato?