Per la terza partita consecutiva il Milan non va oltre il pareggio e contro l’Empoli risaltano i soliti difetti. Basti pensare che l’anno scorso i rossoneri, dopo 5 partite, avevano il doppio dei punti: uno score che, per cronaca, deve inevitabilmente, accogliere la parola CRISI.
APPROCCIO GIUSTO – Uno dei pochi aspetti positivi di questo Milan è sicuramente l’approccio: la formazione di Gattuso entra sempre in campo per fare la partita e appare ben disposta, grazie al solito 4-3-3, orfano di Higuain ma arricchito dalle solite presenze di Suso e Calhanoglu. E’ Borini, e non Cutrone, a fare le veci del Pipita. L’ex Liverpool si muove sul tutto il fronte offensivo e crea scompiglio nella difesa di Andreazzoli. Ma il vantaggio rossonero arriva dai piedi di Biglia, abile a sfruttare la deviazione decisiva di Capezzi. Un altro fattore positivo del Milan è sicuramente quello di cercare in più occasioni il gol del raddoppio, che purtroppo però non arriverà mai: chiedere a Kessié. La mossa Laxalt spiazza la formazione di casa: il terzino uruguaiano si propone spesso in attacco e rappresenta una vera e propria spina nel fianco per la formazione avversaria. Peccato che non venga sfruttato adeguatamente dai compagni.
FATTORE PSICOLOGICO – Al minuto 25′ del secondo tempo, come solito succedere, il Milan si autodistrugge con lo sbaglio clamoroso di Romagnoli che costringe (ma neanche tanto) Biglia al fallo da rigore. Due gravi errori in una piccola frazione di secondi: segno di una testa che non riesce a reggere per 90′ minuti. Gattuso tanto per cambiare non si può permettere neanche di cambiare modulo, avendo in panchina il solito Cutrone. Nel finale bene Suso che accentrandosi crea diversi problemi alla retroguardia empolese. Questo Milan gioca anche bene, ma dopo soli 5 punti in 6 partite l’alibi del bel gioco non sussiste. MALE
This post was last modified on 28 Settembre 2018 - 14:31