Finali scontati e fegati bucati

Seguire il Milan inizia ad essere complicato. Non è una questione economica, non è legata ad abbonamenti allo stadio o alle varie piattaforme e relativi device per vedere i match da casa. E’ proprio diventato difficile assistere alla stessa identica partita ogni volta. Da tifoso è frustrante e immaginiamo che in campo debba esserlo di più.

Osservare tuttavia come questa ripetitività, questo loop negativo, non generi alcuna reazione, è avvilente. L’idea di gioco è fin troppo nobile, l’abbiamo sottolineato anche in altre occasioni, ma va apprezzata. Oggi paga dividendi magri, però se diventa sistemica può trasformarsi in valore aggiunto. Non si può al contrario accettare la propensione a subire fisicamente e territorialmente qualsiasi avversario. Non sappiamo soffrire, non mettiamo mai pressione, non abbiamo la malizia di spezzare il ritmo con un fallo né tanto meno siamo in grado di prendercelo.
Occupiamo le ultimissime posizioni tra tutte le squadre di Serie A per falli fatti e per falli subiti. Non riuscire ad imporsi dal punto di vista fisico e atletico alla lunga azzera la superiorità tecnica pur dimostrata con Dudelange, Cagliari, Atalanta e Empoli. Non mangiamo filo spinato, ci rimaniamo puntualmente intrappolati dentro.
La rosa è incompleta, lo sanno anche i muri a Milanello. Mancano almeno un centrocampista e una punta. In campionato abbiamo vinto una sola volta, con due centravanti in campo contemporaneamente. Vista la miriade di occasioni sprecate nelle quattro partire successive, forse andrebbe considerato anche questo dato.
Ok partire a fari spenti ma il tunnel ora è davvero buio e la luce si fa fatica a vedere.
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