Sono state tante le novità portate da Mancini in azzurro. A livello di titolari, sì, ma non solo. In generale sono state convocazioni nuove, diverse, interessanti quelle del Mancio. Eppure è evidente qualche contraddizione. A partire dalle esclusioni di Calabria e Cutrone.
Mancini si è portato in Nations League cinque terzini: Biraghi, Emerson Palmieri, Criscito, Lazzari e Zappacosta. I punti interrogativi, enormi, sono fondamentalmente due. Entrambi blues: Emerson e Zappacosta. Partiamo dal secondo. Quest’anno ha visto solo panchina. Sarri non gli ha concesso ancora un minuto, perchè i terzini titolari sono Azpilicueta e Marcos Alonso. E, si sa, quando Sarri sceglie un undici poi difficilmente lo cambia. Motivo per cui di chance, per Zappacosta, ancora non ne sono arrivate. In blues no, ma in azzurro si. E la prestazione contro la Polonia non è che la prova di una condizione che per forza di cose non può essere di alto livello. Conseguenza: questa sera Zappacosta starà addirittura in tribuna.
Chi la tribuna la conosce piuttosto bene, soprattutto ultimamente, è Emerson Palmieri. Stessa squadra dell’ex Toro, corsia opposta. Qua il caso è acora più contradditorio. Negli ultimi 15 mesi (più di un anno) l’italo-brasiliano ha giocato 7 match ufficiali, fra Roma e Chelsea: due romani e cinque londinesi. In questa stagione, visto anche lo scarso numero di posti a disposizione per le panchine in Inghilterra, si è sempre accomodato in tribuna. In sostanza non è mai stato convocato dal suo club, ma viene convocato in Nazionale. Probabilmente non vedrà il campo neppure stasera, perchè a sinistra ci sarà Criscito. Ma non è questo il punto.
Zappacosta e Emerson in due non fanno un minuto in cinque partite. Calabria ne fa 180′ in due soltanto. Contro Napoli e Roma, peraltro. Qualche imprecisione, sicuramente, ma pure un gol e un anticipo da tre punti. E tanta, tantissima voglia di fare. Di certo non è un papabile titolare azzurro, c’è molto di meglio. Ma, altrettanto certamente, una chance la meritava più lui. Fosse anche la sola convocazione.
Un altro interrogativo, che non toglie spazio a Calabria e Cutrone, ma indubiiamente ad altri ragazzi, è Zaniolo. Centrocampista della Roma con zero minuti in Serie A, reduce da un anno in Primavera all’Inter. Lui che fra i grandi ci ha giocato solo in B, all’Entella. Eppure c’è in azzurro. E non giocherà.
L’ultima contraddizione si chiama Pietro Pellegri. Giovane di grandissime prospettive, su questo non c’è nessun dubbio. In gol a 16 anni in Serie A, più giovane marcatore della storia della Ligue 1. Insomma uno che ha letteralmente bruciato ogni tappa. Eppure restano 11 presenze e 3 gol fra i professionisti. Pochino, forse, per meritarsi una convocazione in Nazionale A.
Chi, invece, è stato relegato all’Under 21 per un’amichevole senza troppi significati contro la Slovacchia è Patrick Cutrone. Quasi 50 presenze da professionista, fra Serie A, Europa League e Coppa Italia. 19 gol e 6 assist. 3 anni in più di Pellegri, ma pur sempre 20, e tanta esperienza in più. Reduce da un gol da tre punti a San Siro, all’ultimo minuto. La determinazione di chi vuole arrivare e i gol da bomber vero. Non è bastato neppure questo: Mancini gli ha preferito Pellegri.
Tutto plausibile. Non, però, che il Mancio si lamenti della Serie A perchè non fa giocare i giovani italiani. Parola sua eh.
This post was last modified on 10 Settembre 2018 - 16:29