Era il 29 settembre 2014, alla sua terza presenza da professionista un Josè Mauri allora diciottenne firmava il suo primo gol in Serie A. In quel Parma ci stava benissimo: sempre a 18 anni, non a caso, decideva un Parma-Juventus 1-0 con un gran gol. Era veramente uno di talento: tecnica, forza fisica, personalità. Il Parma fallisce e il Milan se lo porta a casa. Qui inzia il lento declino.
Prima un anno e mezzo in rossonero condito da 5 presenze in campionato (prevalentemente spezzoni) e 5 in Coppa Italia. Poi le 15 presenze a Empoli. Infine il ritorno in rossonero dell’anno scorso: un’apparizione in campionato, qualche minuto in Europa League e nulla di più. Poco, troppo poco per uno che fino a un paio di anni fa era fra i talenti più cristallini del panorama italiano. Fatto sta che al Milan, in estate, di offerte concrete e convincenti non ne sono arrivate, e il ragazzo è restato.
A Gattuso piace, è per questo che domani con ogni probabilità gli sarà offerta una maglia da titolare in Lussemburgo. Perché c’è bisogno di turn over, certo, ma anche perchè Rino in Mauri ci crede veramente. Lo ha ammesso lui stesso un pò perchè non poteva dire diversamente, un pò perchè lo pensa per davvero: “Da regista ci può giocare José Mauri, Bertolacci, sono giocatori che mettiamo in quel ruolo là. Non c’è preoccupazione, Bertolacci lo ha fatto tutto lo scorso campionato, Mauri ha fatto bene in tournée. Siamo contenti di quello che abbiamo e andiamo avanti così”.
E allora quella di domani, partita apparentemente senza storia, può diventare davvero un test importante. Soprattuto per chi, come Josè, la sua storia vuole ancora scriverla.
This post was last modified on 19 Settembre 2018 - 15:48