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Editoriale

Bersagliato di critiche, ha giurato fedeltà al Diavolo: un rinato Rodriguez si sta riprendendo il Milan

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Va detto: Ricardo Rodriguez non è uno di quei giocatori che infiammano gli stadi, quelli di cui un tempo si diceva “vale da solo il prezzo del biglietto”. Terzino un po’ atipico, visto che non fa della corsa la sua arma migliore, lo svizzero fece storcere il naso a più di qualche tifoso al momento del suo acquisto un anno fa e, in più, è diventato troppo presto uno dei principali bersagli delle critiche del mondo milanista nel corso della scorsa stagione, viste le sue apparizioni spesso “tremebonde” sui campi di gioco. Chi scrive, tuttavia, non è mai stato d’accordo con la preventiva crocifissione dell’ex Wolfsburg, che nella sua carriera – già abbastanza lunga, nonostante abbia appena compiuto 26 anni – ha sempre dimostrato di essere un giocatore di sicuro affidamento. Intendiamoci, non è certamente l’erede di Roberto Carlos o del suo attuale dirigente Paolo Maldini, ma nemmeno quello di un Mesbah, di un Taiwo o di un Armero qualunque. Era evidente che al mancino svizzero servisse un periodo di ambientamento in un campionato estremamente complicato come quello italiano, nel quale, a differenza di quello tedesco, anche i terzini sono chiamati ad un estenuante lavoro tattico che ne limita la libertà d’azione.

Non è un caso, infatti, che nelle prime due uscite della stagione appena iniziata, Rodriguez – già reduce da un buon mondiale con la sua Nazionale – si sia disimpegnato molto bene, peraltro contro due top club, mostrandosi come un giocatore completamente diverso rispetto a quello (non) ammirato nei primi dodici mesi in rossonero. A Napoli, contro uno dei clienti peggiori della Serie A (Callejon), ha disputato una gara ordinata e caparbia, meritandosi la sufficienza piena; contro la Roma è andata ancora meglio, visto che ha servito l’ottimo assist per il gol del vantaggio di Kessie nel primo tempo per poi continuare ad accompagnare incessantemente l’azione dei suoi, tanto da dover essere sostituito ad un quarto d’ora dalla fine perchè stremato. Insomma, Gattuso gli ha rinnovato completamente la fiducia, confermandogli i gradi della titolarità sulla corsia sinistra, nonostante quest’estate sia arrivato un competitor di tutto rispetto come Diego Laxalt.

Ricardo, inoltre, ha confermato l’ottimo momento di forma anche con la maglia della Svizzera, giocando tutti i novanta minuti della gara di Nations League contro l’Islanda e servendo l’assist a Zuber per la prima delle sei reti con cui i biancorossi hanno travolto i Vichinghi del CT Hamren. Ed è proprio dal ritiro della selezione elvetica che sono arrivate delle parole molto belle di Rodriguez sul Milan: “Sono un tipo fedele. Se mi tratti bene e in modo corretto, resto. Altrimenti me ne vado. E il Milan fin qui mi ha mostrato sempre la sua stima. In estate c’è stato un interesse del PSG, ma gioco a San Siro che è uno stadio di livello mondiale, con tifosi fantastici. Il Milan è sempre il Milan, ognuno può dire quello che vuole ma molti vorrebbero giocare qui, questo club ha un’aura speciale. Vedrete cosa succederà quando giocheremo in Champions di nuovo”.

Dichiarazioni sincere, piene di amore verso i colori rossoneri, per i quali ha rinunciato alle sirene provenienti da un club che oggi è di un livello oggettivamente superiore al Milan ed al quale sarebbe stato molto facile dire di sì, per sfruttare una di quelle occasioni che rischiano di non ripetersi più nella carriera di un giocatore. Ed invece Rodriguez è rimasto al Milan ed anzi ha rilanciato la sfida per riportarlo nuovamente nella massima competizione europea. Ambizione ed attaccamento alla maglia: è questo ciò di cui il club di Via Aldo Rossi ha bisogno per tornare in alto. Con la speranza che per lui i fischi si trasformino presto in scroscianti applausi…

Twitter: @Juan__DAv

This post was last modified on 9 Settembre 2018 - 19:01

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redazione