Dopo che il fondo Elliott ha preso il controllo della società del Milan, l’amministratore delegato Marco Fassone è stato licenziato. Dalle cose formali alle cose legali? Come riporta l’edizione odierna di Tuttosport bisogna ricostruire la vicenda. Pochi giorni prima che Yonghong Li non restituì i 32 milioni al fondo americano, l’ex dirigente rossonero si è auto-rinnovato il contratto con aumento economico. Così, nel nuovo Cda del 21 luglio, Fassone è stato accusato di “Compromissione del rapporto fiduciario per la modalità con cui ha gestito e comunicato l’instaurazione e la modifica dei contratti con la società, la responsabilità nella predisposizione dei pianie della struttura del mercato cinese”. Da qui la vicenda è diventata una guerra legale: Fassone chiede 10 milioni di euro, cifra legata al suo contratto e al fatto che ricopriva anche il ruolo di direttore generale. Elliott si è reso disponibile a trattare su una buonuscita ma a cifre inferiori: 2,5 milioni di euro. Fa sinceramente discutere la richiesta dell’ex dirigente rossonero visto un anno deludente e addirittura col Milan che ha rischiato l’esclusione dall’Europa. Però la legge tutela il diritto alla buonuscita e, in caso di mancato accordo, spetterà al Tribunale decidere se e quanti soldi spettino a Fassone.
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