Sono diciassette le cosiddette “campagne attiviste” lanciate nei primi sei mesi dell’anno da Elliott. Significa che il fondo di Paul Singer ha puntato dritto all’Italia per investire. Il totale ammonta a 5,3 miliardi di dollari in vari settori, da Telecom al Milan, di cui è diventato proprietario meno di due mesi fa. Ma c’è da dire che il fondo statunitense, che ha una dotazione di 35 miliardi di dollari, ha investito in ogni angolo del mondo: da Samsung a progetti solari in Gran Bretaga, fino alla Waterstones, una leggendaria catena di librerie inglesi che era finita in mani russe. Per comprendere al meglio il gigante che oggi ha in mano il Milan basti pensare che Singer creò il suo fondo nel lontano 1977 partendo con 1,3 milioni raccolti perlopiù tra parenti e amici. L’unica variabile oggi è data dalle mosse del nuovo governo italiano: se le incertezze persisteranno, potremmo asssitere ad una marcia indietro sul mercato tricolore.
In parallelo si sta pian piano sgonfiando la grande bolla del calcio in salsa cinese. Al di là dei misteri che ancora avvolgonola figura di Yonghong Li, si sta assistendo ad un arretramento rispetto ai fasti di qualche anno fa, quando il presidente cinese Xi Jinping spinse tutti ad investire nel pallone. Anche il gruppo Wanda, di proprietà di Wang Jinlin, il secondo uomo più ricco della Repubblica Popolare, ha varato un piano di cessioni appena tre anni dopo l’acquisizione di Infront per poco più di un miliardo di euro. Il Milan, insomma, ha cambiato in positivo almeno sotto il profilo della solidità economico-finanziaria. Poi, ovviamente, sarà il campo a decretare la bontà o meno delle scelte e della gestione societaria.
Intanto, a chi bistratta spesso e volentieri l’Europa League si può sottoporre un dato interessante: nel bilancio della stagione 2017/2018 i ricavi da diritti televisivi Uefa, secondo un’elaborazione di Calcio e Finanza, sono stati pari a 20 milioni di euro, una fetta ben distante da ciò che può portare la Champions League, ma abbastanza significativa nell’andamento dei conti rossoneri rispetto alle stagioni precedenti senza coppe. Ecco perché sarà bene concentrarsi sull’Europa per tornare presto nelle grazie dell’Uefa sotto il profilo sportivo, da una parte, ed economico, dall’altra.