Critiche giuste, l’isterismo no: questo Milan ha ancora strada da percorrere

Tre. Come i mesi, con l’aggiunta di una settimana, che separavano Milan-Fiorentina da Napoli-Milan. Tre, come le reti che sono servite agli azzurri per battere il rinnovato team meneghino che, però, ai due terzi di gioco conduceva per 2-0. Fattore che non può non condizionare l’umore del day-after rossonero, a prescindere dall’attitudine ad essere ottimisti sita in ognuno di noi.

Reazioni

Perdere con l’ex maestro Ancelotti ha fatto arrabbiare, e non poco, la totalità di un popolo, quello rossonero, che non aspettava altro che un esordio possibilmente vincente, a maggior ragione dopo il – doveroso – prolungamento dell’attesa di riveder la propria squadra in campo. Ci si aspettava il guizzo di Gonzalo Higuain, le giocate di Suso, le geometrie di Biglia. Ma, sopratutto, tre punti che, dalle parti del Vesuvio, ormai son diventati vero e proprio tabù.

Chiaramente la rabbia è comprensibile ed, anzi, utile se si vuole ritornare alla mentalità tipica di un club che ha alzato al cielo la bellezza di sette Coppe dei Campioni. Verso un tecnico, Gattuso, che a livello tattico ieri sera poteva sicuramente fare meglio, o anche verso alcuni singoli – vedi proprio Biglia o Rodriguez – che non sembrano essere usciti da quella spirale di mediocrità vista nella passata stagione.

Critiche doverose

Sarebbe errore grave, tuttavia, sfociare in un isterismo che potrebbe rivelarsi letale per lo stesso Gattuso e per i suoi ragazzi. È sicuro che Biglia debba rendersi conto che una gara ufficiale non si può giocare a dei ritmi indegni anche per l’International Champions Cup, oppure che Rodriguez inizi a rischiare seriamente di finire l’esperienza rossonera scaldando la panchina di San Siro. Esagerare con il disfattismo, dopo appena una gara ufficiale, giocata peraltro nella tana della squadra che, lo ricordiamo, negli ultimi tre anni ha totalizzato qualcosa come 259 punti in A, sarebbe altrettanto delittuoso.

Mirino

Venerdì sera, a San Siro, arriverà la Roma, compagine con cui i rossoneri si giocheranno, nel 2018/2019, la qualificazione alla Champions League, obiettivo per cui Leonardo e Maldini hanno costruito questo collettivo. A prescindere da chi, dopo soli 90 minuti, lo ha già bocciato senza appello. Esagerando, e neanche poco.

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