“Sono in grado di pedalare anche in salita”

Da Milano al Milan. Da Silvio Berlusconi a Vladimir Putin. Dall’Enel all’Eni. Passando per la “sua” Vicenza. La vita di Paolo Scaroni è costellata di tante stelle e poche ombre. Lui stesso, in un’intervista rilasciata nel 2012 al Financial Times, descrive così il proprio percorso: “Ho pedalato in discesa tutta la vita. All’improvviso mi sono trovato davanti questo enorme problema, che mi ha fatto capire che sono in grado di pedalare anche in salita”. Già, perché, nel 1985, a trentanove anni, è già amministratore delegato di Techint negli anni delle grandi privatizzazioni. Poi, però, si trova a doversi difendersi negli anni di Mani Pulite per tornare a “pedalare in discesa” in Inghilterra, come ad di Pilkington, con un piano di ristrutturazione che i mercati premiano con performance record in Borsa. Torna in Italia, nel 1997, assumendo la presidenza del Vicenza Calcio, negli anni di Francesco Guidolin alla guida dei veneti, con una Coppa Italia in bacheca e una semifinale di Coppa delle Coppe.

Ma il curriculum di Scaroni fa rima con il settore energetico. Ai vertici di Enel ed Eni tra il 2002 e il 2014, da amministratore delegato della prima riesce nell’obiettivo di cedere la controllata Wind e avviare una forte espansione nell’Est Europa. Con Eni, invece, conduce progetti in Kazakhstan, Venezuala e Mozambico. La sua amicizia personale con Silvio Berlusconi e la strategicità proprio del ruolo in Eni lo vedono al centro di grandi trame diplomatiche, soprattutto nei rapporti con la Russia di Vladimir Putin.

Anche con Matteo Renzi, soprattutto nei primi tempi, c’è feeling. Salvo poi rilasciare dichiarazioni di senso opposto quando Palazzo Chigi fa passare (per non inimicarsi un bel po’ di Regioni) un emendamento per vietare le perforazioni in mare entro dodici miglia dopo averle consentite nel novembre 2014 con il cosiddetto “decreto sblocca Italia”. Scelta “incomprensibile” per Scaroni, nel frattempo vicepresidente di Rothschild, che su Il Foglio ha modo di sottolineare il provvedimento del Governo dem come la volontà di “privarsi delle più ingenti risorse di idrocarburi che si trovano principalmente sottocosta”. Eppure, grazie anche a Berlusconi, Scaroni e Renzi si “annusano” per un bel po’ di tempo. Qualcuno vocifera che anche nel patto del Nazareno del gennaio 2014, il Cavaliere e il giovane segretario del Pd si accordino per affidare a Claudio Descalzi, “fidato” di Scaroni il ruolo di ad nella nuova Eni presieduta da Emma Marcegaglia.

Scaroni, infine, è molto legato a Milano, con rapporti solidi con le famiglie che hanno scritto la storia della città. E’ ben nota l’amicizia con la famiglia dell’ex sindaco Letizia Moratti, che nomina la moglie di Scaroni, Francesca Zanconato, in diverse realtà no profit come la “Casa di Letizia Moratti” e tra gli “Amici di San Patrignano”. All’Eni si deve anche la sponsorizzazione di tantissime iniziative culturali in città (celebre il prestito de “La donna allo specchio” di Tiziano, esposto a Palazzo Marino nel periodo natalizio 2010 dopo un prestito dal Louvre di Parigi) fino ad un ruolo da protagonisti in Expo 2015.

Proprio nel 2015, Berlusconi riesce a convincere anche Matteo Salvini a proporre all’amico Claudio la candidatura a sindaco di Milano da opporre a Beppe Sala. Salta tutto perché Scaroni rifiuta. Viene candidato Stefano Parisi, perdente contro Beppe Sala alle Comunali del giugno 2016. Si dice che il nuovo presidente del Milan sia un convinto sostenitore del “look casual”, al punto da non fare lui stesso mistero di sedersi spesso nelle riunioni dei consigli di amministrazione senza cravatta e, soprattutto, “senza imbarazzi”.

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