Dalla querelle Donnarumma al panino con la mortadella: la parabola discendente di Mirabelli

Lo ricorderanno come quello delle pacche a Gigio Donnarumma, ma anche come quello della battaglia frontale contro Mino Raiola. Lo ricorderanno come quello che caldeggiò la promozione di Rino Gattuso alla guida della Prima Squadra, ma anche come quello della differenza tra caviale e champagne e un panino con la mortadella per spiegare il mercato bloccato del Milan. Lo ricorderanno per aver gestito un budget enorme per il mercato dell’estate 2017, ma anche come quello oggi “pianto” da tanti gruppi di tifosi, organizzati o non. Massimiliano Mirabelli da oggi è esonerato dalla carica di direttore sportivo rossonero, pur rimanendo a libro paga della società fino ad un nuovo ingaggio. La sua è stata una parabola discendente, con l’ovvia conclusione: la rimozione dall’incarico dopo il cambio di proprietà.

Eppure qualcuno come Gattuso, che certamente ha un debito di riconoscenza, ha provato a far passare il meglio che, sì, forse era meglio tenersi ancora Mirabelli piuttosto che proporre alla Curva un personaggio oggi “sgradito” come Leonardo. Ma tutto scorre e, chissà, tutto passa. Anche il rancore verso il brasiliano, reo di essere andato ad allenare l’Inter per sei mesi. Così come passeranno in archivio i “colpi” di Mirabelli: quelli “buoni” tipo la scommessa Andrea Conti o il redivivo Hakan Calhanoglu, così come quelli “meno buoni” tipo Nikola Kalinic e André Silva.

Di sicuro il direttore sportivo esonerto lascia in eredità un po’ di “gatte da pelare”, a partire dalla questione del portiere: due titolarissimi con ingaggi da top player, Gigio Donnarumma e Pepe Reina. Uno dei due è di troppo e il nuovo corso dovrà cercare alla svelta una collocazione e il cash per far sorridere i conti. Sui social si leggono messaggi di riconoscenza verso un dirigente che ha cercato indubbiamente di tenere buoni rapporti con la tifoseria organizzata. Anche stavolta la storia farà il suo corso, assegnando i posti della ragione e quelli del torto.

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