Davide Calabria, vera rivelazione nell’ultima stagione con Rino Gattuso in panchina, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport dalla tournée americana. Diversi i temi trattati dal giovane terzino destro, tra cui il futuro del Milan dopo qualche stagione al di sotto della storia del club.
Qual è il rapporto con Gattuso?
«Molto aperto, anche per il fatto di essere stato un giocatore sa come prenderci, ci
fa sudare parecchio, ma credo sia un fattore che lo contraddistingue da sempre».
Che peso ha una tournée come questa per un giocatore giovane?
«Ormai è qualche anno che affronto grandi club internazionali, in par-
ticolare d’estate, si tratta di una esperienza importante per il livello degli atleti che ci si trova davanti».
Come ricordava il suo allenatore, il Milan è una delle squadre più giovani d’Europa, e anche molto made in Italy
«La società ci sta lavorando da qualche anno, si tratta di un fattore importante,
per l’Italia si può dire e anche per noi, in questa maniera si possono raggiungere grandi traguardi».
Ma Gattuso dice anche che la propria creatura è “senza paura”: si rispecchia in queste parole?
Sì, è qualcosa che ho sempre avuto dentro. Ma nessuno qui si tira indietro. Perchè se riesci ad arrivare ad indossare la maglia del Milan devi avere carattere e personalità, altrimenti sarebbe complicato giocare tutte le settimane in grandi stadi contro i giocatori più forti».
Lei è un punto fermo del Milan, ma su quali settori pensa di dover ancora crescere?
«Tutto. Sono ancora all’inizio della carriera, credo comunque che per un giovane l’aspetto principale sia avere la possibilità di giocare, solo dagli errori si impara».
Gli Stati Uniti da qualche anno a questa parte si sono trasformati nel trampolino di lancio delle speranze di tante squadre: il Milan cosa si aspetta da questa stagione?
«Negli Usa posso dire di aver disputato due anni fa le mie prime partite impor-
tanti. Adesso stiamo lavorando tanto, puntiamo a un gran campionato, e da qui
vogliamo arrivare al via della stagione nel migliore dei modi. Non ci sono aspettative impossibili per il Milan, lo dice la storia della società, ha sempre avuto grandi giocatori, puntando a vincere tutto. Certo con questa Juve sarebbe bello rimanere lì a lottare per lo scudetto, sono storie differenti, ma è quello che speriamo tutti».
Si può definirla “giocatore senza frontiere”, anche per motivi extracalcistici: dall’Europa, conquistata, persa e poi riavuta, cosa si attende?
«Anche se l’anno scorso siamo usciti contro una big come l’Arsenal, non
ci siamo rimasti bene, il nuovo obiettivo è di continuare sempre a vincere, anche perchè si tratta di una competizione
che il Milan non ha mai conquistato, quindi riuscirci avrebbe un valore
doppio».
Da profondo appassionato di basket Nba, venire negli States ha un fascino particolare: c’è un team che si può paragonare con il Milan?
«Forse Philadelphia, giovane come noi. Avevo pensato anche ai Lakers, ma dopo l’arrivo di LeBron James, no…»
In un momento di ricostruzione, come quello che sta attraversando la Nazionale italiana, Calabria quale posto potrebbe occupare?
«Finora ho fatto solo uno stage, l’anno scorso, quindi ancora non conosco bene
quel mondo, per ora faccio parte dell’Under 21, se capiterà in futuro di poter e ettuarere il salto, allora potrò rispondere meglio».
Ma è un candidato?
«Sì, credo che questo si possa dire. Giocare nell’Under 21 è una spinta in più per entrare nella Nazionale maggiore. Spero di poterci essere, c’è molto da lavorare, vista la recente esclusione dal Mondiale, ma vedo in giro che ci sono tanti giovani promettenti, spero che possano dare una mano in più per ripartire».
C’è un modello che l’ha guidata?
«Quando ero piccolo guardavo un po’ tutti, da tifoso del Milan e cresciuto qui
l’attenzione era rivolta soprattutto su Maldini, Cafù, Serginho. Ma non mi sono mai ispirato a qualcuno, posso dire che mi… ispiro da solo, voglio essere Calabria e non cerco di imitare nessuno».
This post was last modified on 30 Luglio 2018 - 10:57