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Editoriale

Che sia malese, cinese, arabo o americano, il nuovo (misterioso) socio pare avere le idee chiare. Ecco la soluzione più auspicabile

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Ormai vale tutto. E il contrario di tutto. Da quando, qualche giorno fa, è stata confermata la notizia secondo la quale Yonghong Li ha praticamente trovato un socio di minoranza che lo aiuti a “togliersi dalla testa” la spada di Damocle del debito di 303 milioni da restituire ad Elliott entro la metà di ottobre, i media nazionali hanno fatto i più disparati nomi, ipotizzando differenti provenienze per quello che sarà, a tutti gli effetti, il “salvagente” dell’imprenditore cinese che un anno e due mesi fa ha acquistato il Milan: insomma, il rifinanziamento rincorso per oltre otto lunghi mesi lascerà spazio ad una soluzione fino a poco fa nemmeno presa in considerazione.

Ma proviamo a ricostruire il tutto: parte dei rumors si direzionano verso l’Estremo Oriente e, se alcuni ritengono che il nuovo socio possa essere connazionale del presidente rossonero (magari uno di quelli che erano nella cordata cinese originaria), altri si spostano più a Sud, sull’asse Kuala Lumpur-Singapore. Il nuovo socio, infatti, potrebbe essere un imprenditore malese che vive a Singapore a capo di un gruppo interamente asiatico. Ad aver portato questo nome sulla scrivania di Yonghong Li sarebbe stato nientemeno che Jorge Mendes, il procuratore – tra gli altri – di Cristiano Ronaldo, Mourinho, André Silva e Falcao, il quale, dopo numerosi viaggi di Marco Fassone in Portogallo nelle scorse settimane, starebbe provando a dare l’accelerata all’affare. Letta l’indiscrezione, sui social c’è stata la caccia ai potenziali profili ed uno di questi è stato individuato in Tunku Ismail Sultan Ibrahim, che con Mendes ci ha avuto a che fare proprio in Malesia. Il nome non vi dice niente? Eppure dovrebbe, perchè due anni fa – esattamente il 26 aprile 2016 – il Corriere dello Sport riprese l’intervista al The Straits Times di questo allora 31enne principe malese, presidente del Johor Darul Ta’zim Football Club, squadra di seconda divisione. Le sue parole erano state abbastanza chiare: “Sto progettando di acquistare il Milan, lo amo fin da quando ero piccolo. Si tratta di una possibilità molto concreta“. Ovviamente non se ne fece nulla, anche perchè poche ore dopo arrivò la sincera smentita del diretto interessato: “Ho solo ammesso che il mio sogno sarebbe il Milan, ma ciò non vuol dire che voglio acquistarlo. Non ho i soldi per farlo, non sono ricco come gli altri imprenditori malesi: il mio JDT non può competere nemmeno con le big del mio Paese, figuriamoci se potrei prendere il Milan e sfidare Juventus o altre big del calcio italiano“. Insomma, il buon Tunku Ismail Sultan Ibrahim, ora come allora, sembra essere fuori dai giochi.

Ecco, dunque , emergere altre piste, che conducono dall’altra parte del Mondo: Han Li, in accordo a questa seconda “corrente”, sarebbe stato protagonista a Milano di nuovi incontri di natura finanziaria, tra cui quello con lo studio legale Gattai Minoli Agostinelli & Partners, già frequentato durante il closing dell’aprile 2017. Queste piste, in particolare, porterebbero in America, da dove un nuovo azionista “a stelle e strisce” avrebbe inviato il suo advisor Goldman Sachs a Milano via Londra per definire gli ultimi dettagli dell’accordo. Due le opzioni in tal senso: Stephen Ross, proprietario dei Miami Dolphins, e John Fisher, figlio dei fondatori del marchio di abbigliamento Gap ed azionista di diversi club di calcio e baseball.

Tuttavia, siamo nel novero delle supposizioni. E’ inutile fare voli pindarici: al momento nessuno conosce la vera identità del nuovo socio di Yonghong Li, essendo la trattativa coperta dall’assoluto riserbo. Ad essere certe, tuttavia, sono le mosse del nuovo azionista: in un primo momento, entrerebbe in minoranza fornendo i capitali necessari a Yonghong Li per attuare l’ultima tranche di aumento di capitale da trentadue milioni ed investire sul calciomercato. Impossibile, però, che il “socio” si fermi qui: chiunque subentrerà, infatti, pretenderà un’opzione per crescere nel capitale fino a subentrare a nella maggioranza Mr. Li, che però, manterrebbe la totalità dei diritti sul mercato cinese. La conferma di questo scenario starebbe anche nelle tante iniziative che Yonghong sta portando avanti nel “paese del Dragone”, da ultima il progetto con la China’s Next Generation Education Foundation per avviare e promuovere la divulgazione del calcio nelle scuole della Repubblica Popolare. Insomma, per dirla in parole povere, lo stesso ruolo ricoperto da Erick Thohir nell’Inter: azionista di minoranza ma titolare dei diritti sullo sterminato mercato asiatico. E, a modesto parere di chi scrive, è la soluzione migliore perchè intorno al Milan si torni a parlare solo di calcio e di trattative di mercato, mettendo da parte la finanza strutturata.

Twitter: @Juan__DAv

This post was last modified on 14 Giugno 2018 - 12:54

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redazione