E’ mai possibile che un presidente di Serie A, residente in un Paese estero, venga a Milano e nessuno (o quasi) se ne accorga? E perché, durante la sua trasferta, non passa nemmeno qualche minuto nella sede del club di sua proprietà? Stranezze che accadono quando di mezzo c’è un personaggio come Yonghong Li, numero uno del Milan sempre più alle prese con la ricerca di partner (o soci di minoranza) che possano aiutarlo a scongiurare l’enorme boomerang dell’esclusione dalla prossima Europa League.
Il patron cinese del club sarebbe stato segnalato la scorsa settimana a Milano, senza lasciare tracce evidenti. Qualcuno giura di averlo visto nel Quadrilatero della Moda. Non a far shopping, ma, più probabilmente, per una serie di incontri riservati con l’obiettivo di trovare la via d’uscita da un vicolo cieco pericoloso per le sorti del Milan. D’altrone, Mr Li è questo: enigmatico e, adesso, anche “invisibile”. Di lui si ricordano davvero poche uscite pubbliche, l’ultima a Roma tra la visita al Quirinale con la squadra e la partecipazione alla finale di Coppa Italia all’Olimpico. Anche i messaggi, video e non, si stanno diradando. La scorsa settimana, ad esempio, sembrava imminente la pubblicazione di un filmato di rassicurazioni. Poi non è arrivato più nulla. Forse si è temuto che qualcuno potesse accorgersi che il presidente non era in collegamento dalla Cina?
Al di là di come andrà a finire la vicenda Uefa e, più in generale, il rifinanziamento del debito col fondo Elliott, Yonghong Li passa fin qui alla storia per il presidente più “scollegato” con il mondo Milan. I luogotenenti Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli non sono certo personaggi che si sottraggono al dialogo con stampa e tifosi, ma un filo più diretto da parte della proprietà potrebbe in questa fase aiutare a seminare più tranquillità tra un popolo che il 9 luglio si presenterà a Milanello con tante incognite. A chi verrà data la “colpa” della possibile (probabile, anzi) esclusione dall’Europa League?