Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.
In un periodo nel quale il futuro del Milan – soprattutto dal punto di vista economico e societario – è avvolto dalle nubi dell’incertezza, questo editoriale insolitamente anticipato al giovedì vuole provare ad aprire un barlume di luce su quello che invece potrebbe essere un futuro roseo per il club di Via Aldo Rossi. Si parlerà, infatti, di giovani e più in particolare di Seconde Squadre: è un fenomeno tutto nuovo, sebbene già presente in altri campionati (Spagna si tutti), ed a cui, dopo anni di dibattiti, è stata data un’accelerata dal sub-commissario della FIGC (ed ex rossonero) Billy Costacurta. Lo scorso undici maggio, la Federcalcio ha ufficializzato che le Squadre B debutteranno ad agosto nel campionato di Serie C con “l’obiettivo è valorizzare i giovani calciatori selezionabili per le Nazionali giovanili e contribuire alla crescita complessiva del nostro movimento calcistico“. Mancava, però, un regolamento per definire il ranking per le iscrizione tra i club di massima serie: è arrivato nella giornata di ieri, facendo si che, da un punto di vista strettamente normativo, il quadro sia completo e che si possa provare a spiegare come funzioneranno le Seconde Squadre.
Nel comunicato di maggio c’era scritto che la riforma avrebbe consentito “l’integrazione di Seconde Squadre dai club di Serie A in caso di eventuale vacanza di organico a sessanta squadre in Lega Pro“. In parole povere, in caso di buchi nell’organico della Serie C ’18-’19 (ipotesi che ogni estate si ripresenta con discreta frequenza), le Seconde Squadre entreranno in lizza per il ripescaggio. Con un ordine ben preciso: una squadra di Serie A, una retrocessa dalla Serie C e una che abbia disputato il campionato di Serie D. L’iscrizione a questa “lista” non sarà affatto gratis, ma costerà 1,2 milioni di euro, da versare insieme all’apposita domanda entro il 27 luglio prossimo. Le Squadre B faranno classifica a tutti gli effetti: potranno, infatti, essere promosse in B, ma non potranno mai partecipare allo stesso campionato della Prima Squadra, né ad un campionato superiore; inoltre, non potranno retrocedere in D e non prenderanno parte alla Coppa Italia di Serie A, ma a quella della Serie C.
Ciò premesso, come verrà stipulato il ranking tra le squadre di Serie A che si iscriveranno entro il 27 luglio? Come detto, la FIGC lo ha sancito ieri, stabilendo che punteggio per ciascuna società del massimo campionato sarà la sommatoria di tre fattori, che si menzionano nel dettaglio:
Tirando le somme, dunque, la classifica finale si otterrà utilizzando la seguente formula: “punteggio convocazioni Nazionali x 0,4” più “punteggio classifica finale x 0,30” più “punteggio numero medio spettatori x 0,30”. In caso di parità di punteggio nella classifica finale, prevarrà la società meglio classificata nell’ultimo campionato.
L’ultima questione riguarda le regole di tesseramento, ovvero la “rosa” di cui potrà essere composta la Squadra B: in distinta potranno esserci ventitré elementi, di cui diciannove nati dal primo gennaio 1996 e quattro fuoriquota senza limiti d’età. Almeno sedici calciatori dovranno essere stati tesserati in una società di calcio affiliata alla FIGC per almeno sette stagioni sportive, e saranno sempre consentiti i passaggi fra Prima e Seconda Squadra, fermo restando che un calciatore che abbia almeno cinque presenze in Serie A non potrà essere schierato nella Seconda Squadra.
Insomma, le regole sono fatte e la sensazione è che da qui al 27 luglio ci sarà una vera e propria bagarre, soprattutto in considerazione del fatto che le società di Serie A che potranno iscrivere la propria Squadra B in Serie C saranno presumibilmente al massimo due. Al momento, la “lotta” sembra limitata a sei club: il Milan, in particolare, se la dovrà vedere con Roma, Juventus, Inter, Atalanta e Fiorentina. Qualora il club di Via Aldo Rossi riuscisse a “spuntarla” sulle altre big del nostro calcio – magari facendo leva soprattutto sul cosiddetto “coefficiente azzurro” – sarebbe questa certamente una grande occasione per far crescere i giovani del rigoglioso vivaio rossonero “in casa”, senza mandarli a girovagare in lungo e in largo per l’Italia.
Twitter: @Juan__DAv
This post was last modified on 31 Maggio 2018 - 19:53