“Ho scelto il Giardino dei Finzi Contini. Spero vada bene”. E lo speriamo pure noi, caro Gigione. Ma, detto francamente, ci importa più di qualcos’altro. Già perché, non abbiamo dubbi, l’analisi del testo del Donnarumma scolaro sarà stata perfetta. Leggermente più confusa, tanto per cambiare, è l’analisi del suo futuro calcistico.
Il passato dice 100 milioni. Il presente nemmeno 50. E’ la triste storia di Gigio: da baby-prodigio milionario a baby milionario e basta. Che poi, a pensar bene, non è neppure così triste come storia. Fatto sta che se l’anno scorso lo volevano tutti, quest’anno non lo vuole più nessuno. Chissà, devono aver visto la finale di Coppa Italia.
C’è un piccolo particolare, però, che rende il tutto più intrigante. Si chiama Reina e viene dal Napoli: è l’ultima, geniale trovata del signor Mirabelli. Che ha creato un pasticciaccio di quelli parecchio ingarbugliati.
“Gioca Gigio o gioca Reina?” “Gioca Gigio!” “Ma no! Reina!” “Gigio in campionato e Reina in Europa” “Reina in campionato e Gigio in Europa” “Per me prova Antonio”
Escludiamo il triste Antonio e la possibilità di giocare in Europa. Resta il dilemma: che fare di Gianluigi Donnarumma? Brutta storia. Bruttissima. Perché comunque la giri qualcosa non va.
A)
Gigio resta al Milan e gioca da primo portiere. Lui gioca, e va bene. Ma Reina? E’ logicamente impensabile che il primo portiere della seconda squadra di Serie A si riduca a fare il secondo della sesta. Così come non sarebbe illuminante relegare in panca uno che ti costa 3,5 milioni l’anno. In pratica far giocare Gigio non gioverebbe a nessuno: né a Reina, che terminerebbe anzitempo la carriera nonostante residui di futuribilità, né tantomeno al Milan, che di fronte a un’operazione economicamente ridicola perderebbe ancora di credibilità.
B)
Gigio resta, ma gioca Reina. Il valore di Gigio con un anno di panca si abbasserebbe a meno di un quarto rispetto ai 100 milioni dell’anno scorso. E Mino non sarebbe poi così giocondo. Motivo per cui una tale situazione sarebbe ancor più inspiegabile della prima. Cioè: prima non lo vendi perché il valore è sceso troppo, poi non lo fai giocare e si abbassa ulteriormente. Sarebbe un gioco al massacro. Un circolo masochisticamente vizioso. Una porcheria bella e buona.
C)
La soluzione più ragionevole, ma non per questo più prevedibile (anzi), è la cessione. Venderlo ora è un rischio, perché vale la metà di un anno fa. Non vederlo è peggio (vedi punti A e B). Cederlo vuol dire puntare tutto su Reina, che per due anni ancora può far bella figura. Poi però non è Buffon, quindi della sua versione quarantenne ne faremmo serenamente a meno. Il che può voler dir due cose. a) Compri un nuovo portiere, pagandolo più di quanto avessi guadagnato con Gigio (perché i prezzi del mercato saranno presumibilmente più alti). b) Punti su Plizzari, che allora avrà 20 anni ma è tutt’ora una scommessa. E di scommesse, per ora, la società Milan ne sta vincendo pochine.
Insomma, fra mister X, famiglie americane, bomber e portieri lo scenario, da queste parti, non è esattamente dei più limpidi.