Quattro amici al bar. O quasi. In questo momento, si può dire, che il Milan sia aspramente conteso da quattro soggetti. Due, ovviamente, ben li conosciamo: Yonghong Li ed Elliot, da più di un anno al centro delle vicende rossonere, con il primo in qualità di presidente/proprietario. Salvo l’essersi dovuto affidare al secondo nell’ambito del closing che ha portato il broker asiatico ad acquisire i rossoneri.
Le novità
I volti nuovi, emersi nell’arco delle ultime 72 ore, sono quelli di Rocco Commisso e Thomas Ricketts. Entrambi americani, entrambi con un patrimonio vastissimo, entrambi pronti a rilevare il Milan, sebbene affidandosi a modalità diverse. Il patron di Mediacom, calabrese d’origine, tratta direttamente con Yonghong Li, corroborato dalla presenza al suo fianco di un colosso bancario come Goldman Sachs. Il secondo, più vicino ad Elliot, al momento pare in svantaggio ma la dichiarazione d’interesse nei giorni scorsi ne ha delineato le chiare intenzioni.
Futuro
La sostanziale verità è che il Milan certamente non apparterrà più unicamente a Yonghong Li. L’asiatico non ha le possibilità di mantenere per intero un club come quello rossonero ed in meno di un anno si trova a forte rischio default. Presumibilmente non sarà cosi: resosi conto della difficoltà, sembra pronto a cedere parte – o buona parte – delle quote. L’ipotesi di vendere la minoranza del club s’è scontrata subito con le idee dei possibili acquirenti, pronti sì ad investire, ma per divenire azionisti di maggioranza.
Two ways
Le vie principali, dunque, restano due, come spiegato sulle colonne della Gazzetta dello Sport. La cessione da Li a Commisso o il passaggio temporaneo ad Elliot – qualora l’attuale patron non risarcisca entro il 10 luglio i 32 milioni con cui il fondo ha sottoscritto l’aumento di capitale venerdì – con successiva cessione al miglior offerte. Che sia proprio l’italo-americano o la famiglia proprietaria dei Chicago Cubs.