Dodici mesi dopo i primi fuochi del primo mercato in salsa cinese del Milan, la giornata di oggi va in archivio come una delle più convulse della storia recente del club rossonero alla disperata ricerca di un nuovo azionista e in attesa della sentenza Uefa che quasi certamente terrà la squadra fuori dal palcoscenico dell’Europa. Ma andiamo con ordine.
Partiamo dal capitolo più “reale”, quello relativo all’aumento di capitale. Si sa per certo che entro le 17.00 di domani Yonghhong Li dovrà versare gli ultimi 32 milioni di euro per chiudere il finanziamento complessivo di 120 milioni. Il Sole 24 Ore ha confermato che se i fondi non dovessero arrivare, interverrà il fondo Elliott. A quel punto Li dovrebbe rimborsare i soldi entro fine mese. Se non dovesse accadere nemmeno questa circostanza, allora scatterebbe la violazione del cosiddetto “covenant”. Tradotto: il fondo americano chiederebbe l’escussione del pegno delle azioni di Milano presso la giustizia del Lussemburgo e nel giro di poco potrebbe diventare proprietario del Milan.
Dando per evidenti le difficoltà del patron cinese e la corsa contro il tempo per la sentenza Uefa, che potrebbe slittare a lunedì, si sta cercando un nuovo socio. E qui gli scenari sono diversi, ma il più accreditato porta a New York, dove, secondo Premium Sport, si troverebbe David Han Li (braccio destro di Yonghong Li). La trattativa, confermata da Milano Finanza, sarebbe con Goldaman Sachs. Il “papabile” per entrare nell’azionariato rossonero si chiama Thomas Ricketts, amministratore delegato dell’investment bank di Chicago Incapital Llc e patron dei Chicago Cubs, squadra di baseball della MLB. Si tratta di un imprenditore statunitense, che acquistò la società sportiva americana nel 2009 per una cifra pari a 875 milioni di dollari. Non trovano, al momento, riscontro le piste che porterebbero al proprietario dei Dolphins, Stephen Ross, e al fondatore del marchio di abbigliamento Gap, John J. Fisher. La novità che emerge con insistenza è che il socio di Mister Li non sarà di minoranza, ma di maggioranza. L’affare che potrebbe chiudersi entro fine mese porterebbe un nuovo proprietario del Milan per almeno il 75 per cento delle azioni. L’Uefa, intanto, incombe. Ma sarà per questo che l’atteso pronunciamento tarda ad arrivare?