Tuttosport, Suso: “Milan, la mia casa. Andiamo in Europa battendo la Juve, vogliamo la coppa Italia”

Queste le dichiarazioni di Suso rilasciate ai microfoni di Tuttosport alla vigilia della finale di coppa Italia tra Milan-Juve:

Sui falli ricevuti: “Nelle ultime due partite ho ricevuto attenzioni particolari. A Bologna, una marcatura molto stretta, a uomo. Ognuno difende come crede: mi piacerebbe se mi lasciassero più spazio, ma non decido io …”.

Su dove si decidono le partite: “A mio avviso è il centrocampo il reparto che fa la differenza. Se loro creano gioco, il più è fatto. Certo, anche con la collaborazione di noi esterni ”.

Sulla sua stagione: “Un conto è giocare 25 partite, un conto è giocarne 50. Non voglio trovare scuse, alla fine ho gli stessi numeri di un anno fa. Però è evidente che in 4-5 occasioni sono arrivato un po’ stanco ”.

Sulle scelte di Gattuso: “Eravamo reduci da mesi in cui non riuscivamo a trovare la quadra. Lui ha preso una strada e l’ha seguita fino in fondo. Noi siamo stati i suoi interpreti. E quindi alla fine un po’ di stanchezza può esserci stata”.

Sullo stato di forma della Juventus: “Non brillantissima, ultimamente ha un po’ faticato, ma alla fine ha sempre portato a casa il risultato. Se dite che non è stata una schiacciasassi come in passato, sicuramente è così. E probabilmente, in alcune partite, ha tirato fuori la classe e la forza della disperazione per uscire da situazioni che potevano essere complicate. Però quella che ci attende è una finale, con un trofeo in palio. La stanchezza in partite come queste non si sente ”.

Sul Suso che vedremo domani sera: “Ho ancora un po’ di ore per smaltire la botta. Ecco, il fatto che sia solo una botta è importante, perché il tempo gioca a mio favore. Credo che, complessivamente, la mia stagione sia stata positiva e chiudere con la Coppa Italia sarebbe la classica ciliegina sulla torta. La squadra sta migliorando, io sto migliorando e l’anno prossimo faremo ancora meglio ”.

Sulla sua prossima paternità: “Non posso ancora sapere se sarò più maturo, dicono così. Ma siamo felicissimi che arrivi un figlio ”.

Sul suo futuro: “Penso, e l’ho sempre detto, che qui al Milan sto bene, che mi sono trovato benissimo e non c’è nulla che mi possa far pensare di dover andare via. Se la squadra, la società volessero crescere insieme a me, sarò contento perché il Milan ormai è la mia casa. Se così non fosse, se invece di crescere la società puntasse ad un anno di transizione, me lo avrebbe detto”.

Sul prossimo mercato con 3-4 innesti di esperienza“Penso che dopo aver cambiato tutto un anno fa non si debba ripartire da zero. Finalmente c’è una base su cui inserire elementi nuovi. Il mister sa quello che deve essere giusto. E ripartiremo da quel punto”.

Sul centravanti da 20 gol: “Penso sia un problema di tutta la squadra se il centravanti non segna. E comunque, anche questo non è il problema: se si segna con i gol dei centrocampisti e degli esterni, sarebbe perfetto. André Silva è giovane, ha tantissime qualità ed in quest’ultimo periodo sta andando molto meglio. Ci sono giocatori che hanno bisogno di più tempo per adattarsi e lui è uno di questi. Tre mesi fa tutti dicevano che Hakan Çalhanoğlu non serviva, ora è il migliore del calcio italiano. Ogni giocatore ha il suo tempo, giocare al Milan non è facile: conosciamo la storia, sappiamo quanti campioni hanno vestito questa maglia e quanti invece non sono riusciti ad emergere”.

Sulla Juventus e la vittoria di Doha: “Ogni partita è una gara a sé. Allora andarono in vantaggio con Giorgio Chiellini, poi ci fu il nostro pareggio e da quel momento c’era stata una sola squadra in campo, il Milan. E’ stata una vittoria meritata che ci ha regalato una grandissima gioia. Una sensazione unica, che sarebbe bello poter ripetere ancora. Adesso però è un’altra storia, con in palio non solo un trofeo importante, ma anche la qualificazione in Europa. Per questo, se possibile, saremo ancora più determinati di allora. Abbiamo l’obbligo di lottare fino all’ultimo minuto e vincere”.

Sull’Europa League che può passare anche per il campionato: “Ora si pensa solo a vincere la Coppa Italia ed ad andare in Europa League dalla porta principale. Se poi dovesse andare male, tutto sul campionato”.

Sulle polemiche arbitrali ogni volta che gioca la Juventus: “Davvero sono discorsi che non mi interessano. Non mi sembra ci siano altre squadre a pari punti in classifica in Serie A”.

Sulla forza della Juventus: “Sta nel collettivo, non ho dubbi. Basta vedere come difendono per capire che è una squadra preparata, che lavora tantissimo in allenamento e che non lascia spazi agli avversari. Poi, inevitabilmente, la giocata vincente ci sta e nella Juventus arriva più che in altre squadre, visto che i giocatori li ha. Ma la prima cosa che si nota in loro è la disciplina tattica. Significa che Massimiliano Allegri ha lavorato bene, ma anche che ha quattro anni di esperienza sulla panchina della stessa squadra. Anche questo è un aspetto importante”.

Su Gennaro Gattuso: “E’ un tecnico a cui piacciono la corsa, la fatica, la concentrazione. Come era lui in campo, lo è adesso anche in panchina. Ma è anche una persona che nel rapporto umano sa trasmettere qualcosa di importante. Sa parlare, sa scegliere il momento giusto per dirti qualcosa e quando invece stare zitto. In questo modo sa sempre trasmettere la giusta fiducia”.

Sulla chiave per battere la Juventus: “Disputare una partita perfetta: solo così sarà possibile vincere. Sono convinto che l’anno prossimo, come detto, possiamo fare il salto di qualità: una vittoria in Coppa Italia completerebbe il percorso di crescita e ci darebbe grande fiducia anche per la prossima stagione”.

Sulle motivazioni per la gara: “Arrivano da sole. Ho sempre detto che le gare più difficili sono quelle contro le piccole. La partita contro la Juventus si prepara da sola, di sicuro non si rischiano cali di concentrazione”.

Sul fatto se Leonardo Bonucci ha spiegato loro qualche segreto della Juventus: “Bonucci non parla tanto, è fatto così. Ma non credo ci siano dei segreti particolari. Se bastasse dire che ci vuole concentrazione, fame ed orgoglio, allora tutte le squadre lo farebbero e sarebbe più facile per tutti. Sappiamo anche noi che dobbiamo lavorare sempre, per migliorarci e per mantenere viva la concentrazione”.

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