Tra le sfortune di Gianluigi Donnarumma, probabilmente, c’è pure il nome di battesimo, lo stesso di quel Buffon che con molta probabilità dopodomani annuncerà il suo ritiro dal calcio giocato. Se Gigio non fosse Gigio, ma magari fosse Alessandro, avrebbe subito qualche pressione in meno nell’anno del passaggio di testimone con l’altro Gigi, che lascerà al milanista la pesante eredità della porta della Nazionale a caccia di riscatto. Eppure anche Buffon in carriera ha sbagliato. Così come Donnarumma, che davvero il mese prossimo farebbe bene più a pensare agli esami di Maturità. Tanto, a procacciare una buona opportunità sul mercato, ci penserà il fidato Mino Raiola che ancora una volta sarà un po’ io Deus Ex Machina dell’estate rossonera, visto che a partire potrebbero essere sia Donnarumma che Bonaventura, altra pedina nella scuderia del super procuratore. Tutti i grandi portieri, ad ogni modo, sono passati da periodi bui. Tardi o presto, ci finiscono presto in un cono d’ombra che fa del ruolo in campo uno dei più delicati sotto il profilo squisitamente psicologico. Ricordate il secondo anno di Edwin Van der Sar a difesa della porta della Juventus di Carlo Ancelotti? Un disastro vero, che non aveva alternativa visto che allora la panchina bianconera poteva contare solo sul vecchio Michelangelo Rampulla. A fine stagione il portierone olandese salutò, andò a vincere una Champions nel Manchester di Ferguson e alla Juve si aprì l’era di Buffon. E che dire, per stare in casa rossonera, di Nelson Dida prima del trionfo di Manchester nel 2003? Chi è tifoso di Donnarumma e crede in lui per il futuro del Milan dovrà dimostrarlo ora. Già domenica prossima nella gara interna contro la Fiorentina, decisiva per evitare i preliminari di Europa League. Fischiare oggi Donnarumma non serve a nulla, soprattutto se i tifosi rossoneri vogliono mettere davanti a tutto il bene della squadra e la conquista definitiva del sesto posto. Ogni sussulto, striscione, coro contro Gigio, domenica, sarebbe controproducente per tutto l’ambiente. Poi dal 21 maggio si penserà al futuro. Con Pepe Reina già sotto contratto e la probabile necessità di fare cassa, sarà dura pensare ad un Milan ancora difeso da Donnarumma. Da quasi un anno si pensa che questo sia il problema, sbagliando (volutamente?) ancora una volta il focus.