Che Gattuso abbia portato entusiasmo, grinta e passione è fatto certo. Il Milan di Montella ha vissuto, invece, un avvio di stagione da dimenticare: pochi gol, poco equilibrio e poca tranquillità. L’aereplanino ha guidato una squadra totalmente nuova, ridisegnata nella sua interezza. Le colonne portanti sono crollate, così come sono crollate anche le certezze. Sollevato dall’incarico, il Milan ha cominciato a splendere. Non ancora a brillare. La rosa è rimasta la stessa, ma la grinta di Gattuso ha portato quel brio e quella lucidità che con Montella erano rimaste in ombra. Non si puo’ e non si devono scaricare tutte le responsabilità sul mister campano perché tanto hanno fatto anche i limiti tecnici di vari componenti della squadra. Ha vissuto da protagonista sulla panchina la cosiddetta fase di assestamento, in cui le varie prove di modulo, fallite quasi totalmente, sono state necessarie quanto inevitabili. Tutti questi insuccessi, inoltre, sono risultati parecchio utili al consolidamento ottenuto a fine stagione.
L’esperienza di Gattuso è stata oltretutto facilitata dalla coesione del gruppo, nato proprio sotto la sua gestione, ma che probabilmente sarebbe sorto anche con Montella al vertice delle scelte tecniche. Era prevedibile un’iniziale fase di ambientazione, considerando gli 11 innesti estivi. All’inizio mancavano affiatamento, complicità e coesione. Fattori che nascono solo col passare del tempo. Che poi Gattuso abbia proposto un cambio di modulo, un cambio di ritmi, di intensità anche e soprattutto negli allenamenti, è un altro discorso. È nato un gruppo, accompagnato da migliorie tecniche. Lo zampino di Gattuso si è visto e si vede eccome, ma non va assolutamente denigrato l’operato di mister Montella. L’ex rossonero appena approdato sulla panchina del Milan, ha prontamente lavorato sulla mentalità. Fattore forse trascurato dal suo predecessore. Gattuso ha liberato le menti, aumentato l’autostima, iniettato positività e grinta. Mai partire sconfitti, dare sempre il massimo anche quando si sa di essere superiori. Rispettare tutti, il lavoro come base, le doti come contorno. Nasce la squadra, intanto le idee dell’ex mediano del Milan illuminano Milanello. L’ascesa della panchina è completata.