Maldini a Sky: “Non sempre sono stato io a rifiutare di tornare nel mondo del calcio, su Gattuso…”

Paolo Maldini, ex storico capitano rossonero, ha parlato ai microfoni di Sky Sport: “Le proposte da me rifiutate in questi anni? Non è vero che ho sempre detto di no. Molte volte sono stato disponibile a parlare, ma le cose non sono andate come sarebbero dovute andare. E’ vero che sono abbastanza selettivo, lo sono sempre stato, ma non è vero che dico sempre di no. La mia storia mi impone di essere selettivo, con quello che abbiamo avuto con il Milan io e la mia famiglia. Le scelte sono obbligate, per quello che riguarda l’Italia: o Milan, o Italia. Quando tornerò nel calcio? Non devo per forza fare qualcosa. La mia storia è già una fiaba così. Devono succedere tante cose che, per ora, non sono successe. Se potessi scegliere, cosa preferirei tra il Milan e la Nazionale? Non sono io a dover scegliere. Parlando di federazione, Costacurta e i commissari del CONI ci sono ora, ma non si sa fino a quando. Io sono sempre disposto ad ascoltare, l’ho fatto sia con il Milan, con le varie proprietà che si sono alternate, sia con la Nazionale. Non son sempre stato io ad aver detto di no”.

Sul lavoro di Gattuso: “Ha fatto veramente bene. Tutti ci aspettavamo grinta e volontà, ma ha sorpreso la sua gestione della squadra, la comunicazione e l’aspetto tattico. Quelle esperienze, in Serie B, in Serie C, in Svizzera e nel campionato greco, gli sono servite, così come tutti i grandi allenatori avuti in carriera. E’ stato piacevole vederlo in panchina. Io ho parlato con lui quando è arrivato in Primavera del Milan perché voleva convocare mio figlio. E infatti lui l’ha convocato e lo ha tenuto con sé in ritiro, perché era curioso. Per il resto, ci siamo sentiti per i complimenti”.

Su Nesta: “L’ho sentito e sono rimasto sorpreso della sua scelta. Sapevo che, già a metà anno, c’era stato qualche contatto con qualche squadra di Serie A. E’ importante che si avvicini a un calcio più professionistico, per iniziare a parlare di calcio vero anche dalla panchina. Portare la squadra umbra in Serie A non è un’impresa facile, ma credo sia un percorso a lunga scadenza”.

Su chi, tra il Milan e la Nazionale, possa tornare più rapidamente ad alti livelli:Credo che si debba progettare, vale per entrambi. Il problema non è Mancini, secondo me, ma che non si riesca nemmeno ad intuire cosa sarà la federazione nei prossimi anni. E questo ci ha portato al fallimento con la Svezia”.

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