L’addio del Maestro: stasera San Siro saluta Pirlo per la seconda volta, alla ricerca ancora del suo erede

Stasera San Siro saluterà per la seconda (e ultima) volta il Maestro – così come viene ormai chiamato – Andrea Pirlo. L’ex giocatore di Inter, Milan e Juventus, dopo aver incantato le platee europee e aver intrapreso l’esperienza negli Stati Uniti, ha deciso di dire definitivamente addio al mondo del calcio. Quantomeno come calciatore. Un addio doppiamente amaro: non è infatti un segreto che dopo la separazione e i tre anni in bianconero – con uno scudetto sottratto al Diavolo proprio nelle ultime giornate nella stagione 2011/12 -, ma soprattutto dopo alcune frasi riportate sul proprio libro autobiografico, il regista di Brescia non gode più della simpatia di molti tifosi milanisti, che tanto lo avevano amato durante l’era Ancelotti, nella quale insieme ad altri mostri sacri – come del resto Gennaro Gattuso – aveva conquistato il tetto d’Europa e del mondo.

Amaro anche perché dopo di lui, a San Siro, il nulla. Partito anche Mark Van Bommel – il giocatore per cui Pirlo fu sacrificato da Massimiliano Allegri -, il Milan non ha più avuto tra le sue fila quel giocatore capace di dettare i tempi di gioco ed inventare con passaggi illuminanti. E ancora lo sta cercando. Ci ha provato con Montolivo, eletto addirittura capitano dei rossoneri dall’allora presidente in persona Silvio Berlusconi. Ma l’ex centrocampista della Fiorentina, in questi sei anni meneghini, non è mai stato capace di entrare nel cuore dei tifosi, né soprattutto di dare al Diavolo quel fosforo e quella genialità che invece il Maestro aveva dispensato in quantità industriale.

Poi Locatelli, ora Biglia. Dopo la parentesi del ventenne canterano milanista, che con le prodezze realizzate rispettivamente contro Sassuolo e Juventus lo scorso anno aveva fatto sognare il pubblico rossonero e in particolare convinto l’ex tecnico Vincenzo Montella, la nuova dirigenza ha deciso di puntare tutto sull’argentino della Lazio, che con i biancocelesti aveva dimostrato di essere playmaker affidabile e di qualità. Arrivato a Milanello proprio con la maglia numero 21 (e anche qualche gaffe) però nel corso della stagione appena conclusa ha confermato le impressioni delle prime uscite: Biglia è un mediano d’esperienza, di sostanza, ma non è Pirlo. Gennaro Gattuso con ogni probabilità ripartirà anche l’anno prossimo da lui – è inevitabile – ma con la consapevolezza che il Milan ha bisogno di qualcosa in più per potersi affermare nuovamente in campo internazionale. Non resta che dirti addio Maestro, ci mancherai tanto.

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