L’ottima vittoria sulla Viola ci consegna un’estate “normale”: ora calma e gesso per non sbagliare sul mercato

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Una partita perfetta, senza dubbio una delle migliori della stagione. Il Milan chiude un’annata ’17/’18 a dir poco tribolata travolgendo la Fiorentina a San Siro ed issandosi al sesto posto a quota 64 punti, uno in più dello scorso anno, concluso nella medesima posizione di classifica. Il Diavolo – che ha dominato dall’inizio alla fine – non si è fatto scoraggiare dall’estemporaneo vantaggio di Simeone (arrivato con l’unico tiro in porta dei Viola) ma ha reagito subito, impattando il punteggio dopo due minuti e poi dilagando, contro una Fiorentina piena di defezioni, ma comunque superata sotto tutti i punti di vista da Bonucci e co. A guidare la rimonta, manco a dirlo, sono stati in primis i due migliori elementi della stagione: Hakan Calhanoglu (un gol e due assist per lui, peccato salterà per squalifica la Supercoppa di agosto contro la Juventus) e Patrick Cutrone, la cui doppietta gli permette di raggiungere la doppia cifra di reti in campionato alla prima stagione da professionista. Ad “accompagnarli” i gol di Jack Bonaventura e del redivivo Kalinic.

In un San Siro che ha vissuto evidentemente un pomeriggio di festa, merita una menzione particolare la standing ovation riservata proprio a Nikola Kalinic al momento della sua sostituzione. Gennaro Gattuso lo aveva chiesto quasi a mo’ di preghiera all’indomani del pareggio di Bergamo (“Fatelo per me, non fischiate Kalinic“), e tutti i tifosi rossoneri presenti al Meazza hanno accontentato il tecnico calabrese applaudendo fragorosamente il croato mentre usciva dal campo. Ed il centravanti ha ricambiato con un ringraziamento ed un sorriso molto sentiti, l’esatto contrario di quanto successo qualche mese fa contro il Torino, quando, subissato di fischi da tutto San Siro, Kalinic rispose con un applauso ironico. Che la prestazione contro la sua ex squadra possa cambiare un futuro che per lui sembrava già scritto lontano da Milanello?

Come detto, dunque, i ragazzi di Gattuso hanno concluso la Serie A al sesto posto, lo stesso della formazione guidata da Vincenzo Montella: rispetto ad allora, però, la differenza, di non poco conto, è che stavolta Bonaventura e soci approderanno direttamente alla fase a gironi dell’Europa League, risparmiandosi così l’immane fatica di dover superare ben tre turni preliminari, il primo dei quali a fine luglio. Oltre all’evidente risparmio in termini strettamente “di campo” – sul piano atletico in primis – questo risultato darà alla società di Via Aldo Rossi l’onere e la possibilità di programmare per bene un mercato di vitale importanza. Fassone, Mirabelli e lo stesso Gattuso lo hanno ribadito più volte: arriveranno pochi rinforzi in reparti ben mirati ed è per questo che i margini di errore saranno ridottissimi. Servirà, pertanto, calma e gesso per non ripetere alcuni errori oggettivamente commessi la scorsa estate, quando alcune trattative – non solo in entrata, penso alla cessione di Kucka – sono state forse condotte e concluse con un pizzico di “frenesia” di troppo. Stavolta non possiamo permettercelo, se vogliamo, come tutti vogliamo, che il sesto posto in campionato e l’Europa League siano solo un punto di partenza verso traguardi più ambiziosi…

Twitter: @Juan__DAv

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