C’è una questione di prestigio ed orgoglio. Ma anche una prettamente economico-finanziaria. Le sanzioni dell’Uefa possono davvero trasformarsi in un terrificante uragano per la costruzione del futuro del Milan. E’ difficile oggi ipotizzare il danno economico per la società rossonera qualora dovesse essere esclusa dalle coppe europee. Ci sono, però, tre grandi fattori che potranno incidere in maniera pesante sulle casse: i premi per le partite di Europa League, gli incassi dal botteghino e i minori investimenti da parte degli sponsor.
Ogni club che partecipa alle coppe incassa premi-partita dall’Uefa e il cosiddetto “market pool“, ovvero la somma per diritti televisivi e ricavi commerciali. Se consideriamo l’edizione dell’Europa League 2016/2017, il Manchester United campione riuscì ad incassare complessivamente 44,5 milioni di euro. Meglio, però, ragionare sull’Inter che, eliminata ai gironi, potè contare comunque su 8,2 milioni, mentre la Roma, uscita agli ottavi, raggranellò 14.2 milioni. Ad ogni modo per il Milan, anche solo la semplice partecipazione alla prima fase a gironi, frutta di market pool 2,6 milioni, ai quali si aggiungono 120.000 euro per ogni punto conquistato nelle sei partite. Tutte queste somme saranno comunque oggetto di rivalutazione, visto che l’Uefa ha anunciato un aumento dei premi nella misura del 15%.
Se analzziamo il botteghino, infine, l’incasso del Milan nella stagione appena conclusa, considerando sette gare casalinghe di Europa League (due dei preliminari, tre dei gironi, sedicesimi e ottavi), è risultato di 7,9 milioni di euro. Non proprio pochi…