La nuova proprietà ha costruito un organigramma ex novo, dalle scrivanie al campo. La tabula rasa dirigenziale era d’obbligo visto il nuovo corso, mentre meno scontata era la rivoluzione tecnica della rosa. Fassone, rispettato e conosciuto, ha scelto come DS Mirabelli, alla prima esperienza con questo ruolo in un club prestigioso. E’ stato confermato inizialmente Montella e ingaggiato Gattuso per la Primavera, con discreta sorpresa -seppure gradita- da parte di tutti.
Le dinamiche di questa stagione che sta per terminare, lasciano ora spazio a qualche considerazione relative alle scelte operate. Guardando con un po’ di malizia, si potrebbe pensare che Rino sia stato inserito come possibile boa di salvataggio. Non a caso subentrato lui dopo l’esonero di Montella, l’ambiente incazzato, si è chetato. Bravo poi è stato Ringhio a portare qualche risultato sportivo, ma la gloria di una bandiera come lui potrebbe comunque non essere sufficiente qualora non si arrivasse sesti o non si centrasse la qualificazione diretta alla prossima Europa League.
Meno saldo è oggi Mirabelli, sul quale in molti puntano il dito. Le spalle fisicamente le ha larghe, ma non ha uno status, vista la sua carriera, che gli garantisca la possibilità di sbagliare. Degli undici acquisti, cinque/sei sono titolari fissi, ai quali sarebbe certamente stato possibile aggiungere lo sfortunatissimo Conti. Non propriamente pochi insomma. Tuttavia l’annata l’hanno completamente sbagliata Kalinic e Andrè Silva, entrambi molto deboli mentalmente, dettaglio difficile da intuire prima di averli almeno un anno con sé. La panchina è corta in mediana, si capiva da subito ed è l’unico rimprovero al quale non si può apportare alcuna giustificazioni.
Al netto di ciò, è possibile che gli scudi di Li, Elliot e Fassone siano per ragioni diverse Gattuso e Mirabelli? Tutti e due in qualche modo rischiano la graticola, con una distribuzione di colpe differenti. Si profila un ulteriore anno zero. Saranno presenti entrambi al prossimo ritiro di luglio?