La debacle con il Benevento costringe il Milan a un tour de force finale per non perdere anche l’obiettivo minimo stagionale: la qualificazione in Europa League. Ma dopo aver accarezzato il sogno di un piazzamento Champions, il contentino della “sorella minore” appare poca roba per i tifosi milanisti, che riflettono sull’effettiva positività di un eventuale ingresso nella seconda competizione europea.
Il dibattito si sta accendendo in queste ore, alla vigilia di una delle quattro sfide decisive per i rossoneri: ma è davvero conveniente andare in Europa League? La domanda è sorta spontanea per due motivi: il 7° posto, per il Milan, sarebbe un vero e proprio incubo, perché implicherebbe entrare nella competizione già dal secondo turno preliminare (un turno in più da disputare rispetto all’anno scorso), ovvero, cominciare la stagione 2018-2019 l’ultimo giovedì di luglio con grosse ripercussioni sia sulla preparazione atletica (da iniziare prima), sia sull’organizzazione estiva (il Milan ha varie amichevoli importanti in programma); inoltre, in caso di mancata qualificazione in Europa League, le pressioni Uefa sul FFP (Financiar Fair Play) calerebbero, dando ai dirigenti del Milan la possibilità di gestire il rifinanziamento con più calma.
Ma se questi sono i CONTRO della qualificazione in Europa League, i PRO sono certamente più semplici da individuare, quasi scontati: l’EL è l’obiettivo minimo stagionale, fallirlo significherebbe gettare nell’ombra tutta la gestione del “nuovo” Milan; senza Europa si svaluterebbe l’intera rosa, con probabili addii illustri (Suso su tutti); si perderebbe appeal, sarebbe difficile fare mercato di un certo livello; diminuirebbe il fenomeno attrattivo di San Siro, con meno abbonamenti e meno tifosi allo stadio, quindi meno incassi.
A livello di marketing, di blasone e anche di orgoglio, il Milan deve assolutamente centrare l’EL. Certo, sarebbe meglio farlo riacciuffando il sesto posto o vincendo la Coppa Italia…