Chi risponde dei soldi spesi nella campagna acquisti della scorsa estate? Vincenzo Montella, ormai ben lontano dall’Italia? Rino Gattuso che manco ha condiviso mezzo investimento, poiché dirottato sulla Primavera? Oppure la dirigenza del Milan? In qualsiasi società, in effetti, a pagare per gli scarsi risultati sono i manager. E questo non può che aver portato ad accendere i riflettori sulla gestione di Massimiliano Mirabelli, colui che – prima di Marco Fassone – ha selezionato e proposto gli innesti per la rosa 2017/2018. E quando ci si ritrova al di sotto delle aspettative, è bene fare bilanci e trarre conclusioni.
La sensazione è che Mirabelli stesso sia quasi già rassegnato ad essere sacrificato: “Dovevamo cercare di costruire una squadra per il futuro”. E ancora: “Ci sono tantissimi giovani importanti ed un allenatore giovane ed importante su cui si può costruire qualcosa, siamo tutti orgogliosi di averlo messo in panchina“. In realtà, la strategia era stata tracciata quando Gattuso non era l’allenatore della Prima Squadra. I giovani, a ben vedere, non sono stati acquistati dall’attuale management, se parliamo di Patrick Cutrone, ad esempio. La scorsa estate sono arrivati Leonardo Bonucci, Nikola Kalinic, Mateo Musacchio e Lucas Biglia che non sono proprio gente “di primo pelo”. Se aggiungiamo André Silva, oggi ancora non pervenuto, Frank Kessie e Ricardo Rodriguez, allora l’età si abbassa. Ma il ragionamento sta poco in piedi, ad eccezione di Andrea Conti, lui sì giovane, ma molto sfortunato.
Mancano quattro partite e una finale di Coppa Italia per fare qualcosa di meglio dell’anno scorso quando la squadra aveva comunque portato a casa un trofeo (la Supercoppa vinta a Doha contro la Juventus) e centrato il sesto posto. Sentir parlare oggi, 25 aprile, di “anno franco” è una novità per tutti i tifosi. E suona troppo come un tardivo alibi. Tutti avrebbero compreso il momento, senza troppi fasti, se queste parole fossero state pronunciate anche al momento delle “cose formali” con i vari Bonucci, Biglia, Kalinic, eccetera.