La “cannonata” di Ozil e soci è stata pesante: se è anche salutare ce lo dirà domenica il Genoa

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

La batosta è stata forte, è inutile negarlo. Le vittorie contro Roma in campionato e Lazio in semifinale di Coppa Italia – e più in generale gli ottimi primi due mesi del 2018 – avevano mandato tutto l’ambiente rossonero al settimo cielo. Dall’altra parte, poi, c’era un Arsenal nel momento peggiore della stagione, reduce da quattro sconfitte consecutive, due delle quali avvenute contro squadre modeste come Ostersunds e Brighton. Tutto questo, forse, aveva portato qualcuno a sottovalutare l’accoppiamento europeo, che restava proibitivo e sfavorevole ai rossoneri nonostante il recente background delle due squadre. Ed, infatti, quanto più in alto si va, tanto più rumore poi fa la caduta.

I Gunners di un Wenger sempre più odiato nel nord di Londra hanno dimostrato cosa manca al Milan per tornare ad essere protagonista in Europa. Una squadra adulta, trascinata da un paio di fuoriclasse (Ozil su tutti), ma soprattutto esperta e navigata nell’affrontare i grandi palcoscenici continentali. Troppo, decisamente troppo, per il Milan dei giovani (non sono – ancora – queste le partite dei Calabria e dei Cutrone), che infatti nel primo tempo ha sbandato paurosamente sulle folate inglesi e nella ripresa, pur gettando il cuore oltre l’ostacolo nel riversarsi in attacco, non è mai riuscito ad impensierire più di tanto Ospina e compagni.

Nella seconda frazione, a dire il vero, qualche potenziale occasione c’è pure stata (Calhanoglu prima e Bonaventura poi), ma i ragazzi di Gattuso avevano le polveri bagnate ed è venuto a mancare l’apporto soprattutto da coloro ai quali era affidato il compito di pungere la sempre traballante difesa biancorossa, come i succitati Hakan e Jack e Suso, con quest’ultimo che è stato decisamente il meno brillante dei suoi.

A fine partita, l’analisi di mister Gennaro Gattuso è stata come sempre lucida: “Potevamo fare molto meglio, invece abbiamo fatto fatica e sofferto troppo. L’Arsenal è stato superiore a livello tecnico, noi abbiamo sbagliato troppo. Sapevamo di dover far fatica, la qualità non si compra al supermercato. Abbiamo pagato la pressione, la posta in palio e l’inesperienza“.

Di solito, dopo una sconfitta del genere, si suol dire – e molti lo hanno detto, Gattuso in primis – che è “salutare”, che potrà insegnare delle cose. Certe esperienze possono indubbiamente far bene nel medio-lungo periodo ad una squadra che per la maggiore non le ha mai vissute, ed altrettanto positivo è stato l’amore di un San Siro pieno che ha sempre incoraggiato ed applaudito i rossoneri. La cosa essenziale, però, il migliore insegnamento che può dare la lezione ricevuta dall’Arsenal questa sera è quello di imparare a reagire subito, già da domenica in campionato, dove una vittoria a Genova contro il Grifone degli ex Taarabt, Bertolacci e Lapadula avrebbe una doppia importanza: riprendere la corsa verso l’Europa che conta e prepararsi al meglio per andare all’Emirates a tentare l’impossibile…

Twitter: @Juan__DAv

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