“Faccio i complimenti alla squadra perché ha messo in campo lo spirito da Chievo. Detto ciò, anche se non è questo il motivo per cui abbiamo perso, oggi è stato imbarazzante assistere alle decisioni arbitrali tra campo e Var. Come sempre accettiamo il verdetto del campo, ma anche nei nostri confronti ci vuole la giusta attenzione e il giusto rispetto quando si valutano tutte le situazioni di gioco”. (chievoverona.it)
Parole di Luca Campedelli, presidente del Chievo Verona. Non l’ha toccata pianissimo, insomma. Ma non è la prima volta che sento dire cose del genere. Anzi. Diciamo che la cosa sta un po’ sfuggendo di mano. Alla fine la scenetta (assai patetica) è sempre la stessa: “non abbiamo perso per questo, ma…”, “decisioni imbarazzanti”, “vogliamo rispetto” e simili. Complottismo, vittimismo, scarsa obiettività: nelle parole del buon Campedelli c’è un po’ di tutto. Ed è tutto sbagliato. O quantomeno contraddittorio rispetto alla realtà dei fatti.
Aldilà dei complimenti alla sua squadra (che oltre ai 5 minuti di grazia a metà primo tempo, francamente, non è che abbia fatto vedere chissà cosa) che ci stanno sempre, è il resto che lascia di stucco. E con l’amaro in bocca. Perché se c’è da piangere del Var anche quando il Var funziona, significa che qualcuno (il signor Campedelli nel suddetto caso) è mal disposto a priori.
Le decisioni di arbitrali di Milan-Chievo, almeno per quanto riguarda gli eventi essenziali, sono tutte opportune. E quand’anche per Campedelli non lo fossero, se c’è una squadra che non è stata sfavorita, ecco, quella è il Chievo. E’ un fatto innegabile. Mi spiego.
1) Fallo di mano palesemente volontario di Castro in area. Esistono gli estremi per il rigore. L’arbitro non fischia, ritiene il fatto legale: il braccio è attaccato al corpo. Decisione comprensibile e rispettabile. Nessuno danneggia il Chievo.
2) Gol di Cutrone: prima annullato, poi assegnato. Decisione inequivocabile dettata da un principio di oggettività: Jaroszynski lo tiene in gioco. Trattasi di tecnologia. Decisione comprensibile e rispettabile. Nessuno danneggia il Chievo.
3) Tackle di Stepinski su Biglia. Non duro, di più. Mariani consulta il monitor e conferma la prima scelta: va bene il giallo. Decisione comprensibile e rispettabile. Nessuno danneggia il Chievo.
4) Nel recupero ancora Var: Calhanoglu calcia, Tomovic devia il pallone (diretto verso la porta) con le braccia. La palla tocca prima il corpo, ma la carambola non è sinonimo di salvacondotto (Rizzoli dixit): Mariani fischia il rigore. Decisione comprensibile e rispettabile. Si può non essere d’accordo, ma poco importa. Kessié fallisce. Nessuno danneggia il Chievo.
Campedelli esige rispetto. Eppure è il primo a mancare di rispetto. Anzitutto alla società Milan. Che ha vinto una partita che meritava di vincere. Senza fare torti nessuno. Poi, soprattuto, alla classe arbitrale. Che pure quando ci prende, oramai, è puntualmente e incomprensibilmente massacrata. Poveri noi.
This post was last modified on 19 Marzo 2018 - 19:14