Aumento di capitale Milan – Per ora si tratta solo di una possibilità teorica, considerato che dalle parti di Casa Milan c’è ottimismo sulla possibilità che Yonghong Li riesca a mobilitare le risorse per sottoscrivere il nuovo aumento di capitale del club.
Tuttavia, dal verbale del cda del Milan dello scorso 13 marzo, riunitosi per esercitare la delega ad aumentare il capitale della società, emerge che, nel caso in cui gli attuali soci non dovessero sottoscrivere l’aumento, il consiglio di amministrazione potrà offrire le azioni rimaste inoptate a «soggetti terzi che siano ritenuti, dallo stesso consiglio di amministrazione, strategici o di interesse nell’ambito del perseguimento degli obiettivi sociali».
Nella riunione del 13 marzo il cda del Milan ha esercitato “parzialmente” la delega ricevuta dall’assemblea dei soci del 18 maggio 2017, deliberando un aumento di capitale da 38,88 milioni rispetto ai massimi 60 milioni previsti dalla delibera assembleare.
Il termine per l’esercizio del diritto di opzione da parte degli attuali soci è stato fissato al 4 aprile (compreso).
In caso di esercizio del diritto d’opzione il socio dovrà subito versare nelle casse della società un importo almeno pari alla somma aritmetica tra il 25% del valore nominale delle azioni Milan sottoscritte (0,13 euro per azione) e l’intero sovraprezzo (0,02 euro per azione) e, pertanto, complessivamente 0,15 euro per azione, ferma la facoltà del socio di versare già in sede di sottoscrizione l’intero valore delle Azioni Milan, pari a euro 0,54 ciascuna.
Con l’aumento di capitale Milan verranno emesse 72.000.000 di nuove azioni del club rossonero, che si andranno ad aggiungere alle 144.000.000 già in circolazione.
Rossoneri Sport Investment Luxembourg detiene attualmente 143.899.000 azioni del Milan, pari al 99,93% del capitale. Se esercitasse integralmente il diritto di opzione dovrebbe sottoscrivere pertanto 71.950.000 nuove azioni, versando entro il 4 aprile almeno 10,79 milioni su un importo complessivo di sua spettanza di 38,85 milioni.
Se, invece, non fosse nelle condizioni di esercitare il diritto d’opzione per sottoscrivere l’aumento nei termini indicati, il cda del Milan avrebbe la possibilità (al momento teorica, ma prevista dalle delibera del 13 marzo) di offrire le azioni rimaste inoptate prima ai piccoli azionisti (che presumibilmente non avrebbero le risorse necessarie per sottoscrivere) e poi a “soggetti terzi che siano ritenuti, dallo stesso consiglio di amministrazione, strategici o di interesse nell’ambito del perseguimento degli obiettivi sociali”.
Ragionando sempre sulla carta, se Rossoneri Sport Investment Luxembourg decidesse di non seguire l’aumento (o non fosse nelle condizioni di farlo) il cda del Milan potrebbe pertanto offrire a investitori terzi una quota del club pari al 33,31% post-aumento, mentre la holding lussemburghese di Yonghong Li si diluirebbe dall’attuale 99,93% al 66,61%.
fonte: calcioefinanza.it
This post was last modified on 26 Marzo 2018 - 17:41