I 6 punti di Genova e contro il Chievo arrivati a tempo scaduto sono quelli che consentono al Milan di giungere al ciclo terribile Juve-Inter-Napoli con la flebile, ma concreta speranza di agganciare un posto in zona Champions. È molto molto difficile, ma fino a dicembre sembrava assolutamente impossibile. Anzi, pareva un miraggio addirittura la qualificazione all’Europa League. E qui si è palesato il miracolo “gattusiano” che è riuscito a costruire una vera “squadra” e a restituire obiettivi concreti a una stagione persa. La Coppa Italia è più che mai raggiungibile, l’Europa League è sfumata solo quando il Milan ha incrociato un avversario di un’altra categoria (per favore, prendiamo esempio da Rino e non attacchiamoci agli errori di arbitro e Gigio). Il quarto posto attualmente è una prospettiva difficile, ma non impossibile. Merito di Rino che ha restituito al Milan il mirino sul traguardo che, non dimentichiamolo mai, l’estate scorsa, dopo la campagna acquisti da 250 milioni, era l’obiettivo “minimo” della stagione. La rimonta di Rino è da incorniciare in ogni caso, anche se non dovesse portare al quarto posto. Viceversa la conduzione societaria e il mercato della coppia Fassone-Mirabelli, sarebbe da salvare solo in caso di raggiungimento della Champions League. Unico traguardo che giustificherebbe le ingenti spese di qualche mese fa.
A questo proposito, gli isterici menestrelli di corte possono mistificare la realtà finchè vogliono e fanno bene per due motivi: primo perché ci sono tantissime teste non pensanti che si bevono tutto ciò che viene loro somministrato, secondo perché sono lautamente pagati proprio per svolgere questa funzione. Del resto tra gli errori commessi da Galliani negli ultimi anni non si annoverano solo i dissennati rinnovi contrattuali di numerosi calciatori, ma anche di altre figure all’interno della società. Doverosa premessa per trattare il mio richiestissimo punto di vista sulla questione André Silva, sperando che cessi una volta per tutte questo vigliacco e allusivo tentativo di fomentare contro il sottoscritto i tifosi più o meno civili. Ma pur sempre tifosi del Milan, proprio come il sottoscritto. Che non percepisce e non ha mai percepito soldi dalla società per amarla e difenderla. Ma pretende di essere libero di esprimere il proprio pensiero. Da tifoso e da giornalista. Senza ricevere insulti, minacce, agguati. Ricordando che sempre di calcio si sta parlando.
Su Andrè Silva. Ritenevo e ritengo che sia un discreto prospetto di attaccante al momento poco adatto per lottare con le unghie e con i denti nelle aree di rigore del nostro campionato. Indiscutibili qualità tecniche. Secondo me attualmente più adatto a un calcio meno fisico e a marcature più light, tipo la Liga. È un “secondo me” che porto avanti da quest’estate. Quando, sempre a mio giudizio, è stato pagato tantissimo in rapporto al suo reale valore. È stato pagato così tanto anche o soprattutto con l’obiettivo di “avvicinare” il Milan all’universo del potentissimo Jorge Mendes. Cosa scritta dai giornali all’epoca dell’operazione, non da me. Nulla di strano e nulla di male. Se non fosse che al Milan, partito Bacca, serviva un centravanti vero, forte, pronto, insomma un “animale” da 20 gol in Serie A. E purtroppo André Silva non lo era e non lo è. Magari, speriamo, lo diventerà. Non mi faccio abbagliare da due gol, pur pesantissimi, segnati durante l’”assedio” finale delle ultime due partite.
Di attaccanti che hanno fatto gol tipo quello di Genova e poi sono scomparsi è piena la storia del Milan degli ultimi 30 anni, da José Mari (Roma) a Javi Moreno (Venezia), da Andreas Andersson a Fernando Torres (entrambi Empoli), da Ricardo Oliveira (Lazio) a Dugarry (Piacenza). Potrei inserirne molti altri, anche con nomi altisonanti come Kluivert o Bobo Vieri. In questo elenco c’è di tutto, dai brocchi veri ai grandi campioni che per un motivo o per l’altro al Milan e/o in Serie A non hanno mai sfondato. Questo significa che non annovero affatto André Silva tra i “brocchi”, ma nemmeno tra i “campioni”. Dico semplicemente che per il momento non può essere il centravanti titolare del Milan. E, fatti alla mano, per il momento l’hanno pensata e la pensano come me sia Montella sia Gattuso. Per il momento, poi si vedrà. Io sono il primo a sperare di aver totalmente sbagliato la valutazione. Esattamente come avevo fatto con Suso 3 stagioni fa. E sono stato felice di essermi ricreduto. Sarei e sarò felice di ricredermi anche su André Silva. Ma non accetto e non accetterò mai di essere insultato, dileggiato, vilipeso perché la penso così. La libertà di pensiero e opinione, soprattutto in una materia come il calcio, dovrebbe essere un valore indiscutibile. A Lugano come a Rozzano. Senza alcuna becera eccezione.
This post was last modified on 20 Marzo 2018 - 17:13