Sei partite ufficiali, nessuna sconfitta, sette gol fatti, solo tre quelli subiti. Gli ultimi trentaquattro giorni del Milan sono stati come una cura dimagrante per chi ambisce a perdere peso. I gol incassati e le figuracce rimediate avevano irrobustito il fegato del Milan e soprattutto dei tifosi. Dal 23 dicembre, buio pomeriggio in cui i rossoneri cadono in casa contro l’Atalanta, vuoi per la legge dei grandi numeri o perché le cose sono state fatte secondo coscienza, il Milan ha cambiato passo a cominciare dal derby di Coppa Italia. Lontano dall’uscire definitivamente dalla tribolazione di una stagione dove ci si aspettava ben altre meraviglie, la squadra con Gattuso è riuscita a impreziosire il suo diligente impegno con la solidità e il sacrificio.
Ieri sera, in Coppa Italia, con la Lazio che attaccava a spron battuto e bussava alla porta della difesa rossonera, il Milan non si è scomposto: corti e collegati, i rossoneri hanno resistito. Certo, un passo indietro rispetto al match di tre giorni prima, ma un passo avanti se si pensa alle imbarcate di gol e di sfiducia che avevano bombardato la squadra sino a Natale. Con i risultati arriva anche l’autostima, ed ecco che ora tutti paiono svolgere in modo scrupoloso il loro compito. La formazione rivoluzionata dalle assenze dell’ultimo minuto di Rodriguez e Calhanoglu, poi entrato nella ripresa, ha avuto in Borini un buon interprete in un ruolo inedito come quello di terzino, mentre Biglia, del quale un giorno vorremmo apprezzare la qualità, i gol e i tempi delle giocate, fa di necessità virtù e si abbandona a un lavoro di contenimento pulito che spesso gli riesce.
In tempo di guerra questo passa il convento: prima di mirare a obbiettivi alti, il Milan aveva bisogno di ritrovarsi come squadra e ci sta riuscendo. L’Udinese, avversario di domenica, è seconda nella speciale classifica che va dalla quindicesima alla ventiduesima giornata: 20 punti, due lunghezze dietro alla Juventus. Segno di come i friulani nelle ultime otto giornate siano stati un brutto cliente per tutti. Lo saranno anche per Gattuso, domenica al nuovo “Friuli”, dove il Milan spesso è caduto negli ultimi anni. Ma il tecnico rossonero nulla teme, se uno sarà per tutti e tutti saranno per uno.