Si è chiusa circa 24 ore fa la finestra invernale di mercato. Nessun colpo in entrata per il Milan, come aveva dichiarato a più riprese l’amministratore delegato rossonero Marco Fassone. Prevedibile, dopo la dispendiosa campagna acquisti estiva e i numerosi problemi legati al futuro societario. Si, è vero che qualche profilo interessante è stato osservato dal direttore tecnico Massimiliano Mirabelli nell’arco degli ultimi mesi, ma ogni questione è stata rimandata a giugno quando, si spera, saranno più chiare alcune situazioni economiche del club e eventuali entrate ottenute grazie ai risultati arrivati nel corso della stagione. Ma, una cosa è certa: il Milan necessitava di qualche cessione per riequilibrare, seppur solo parzialmente, il bilancio. Perché, dunque, si è optato per una politica restrittiva?
Il bilancio dei trasferimenti di gennaio è in attivo di 3,4 milioni di euro, tutti ottenuti grazie alle cessione a titolo definitivo di José Sosa al Trabzonspor. Poi solo prestiti: Zanellato, Modic e Gabriel con rescissione contrattuale con Gabriel Paletta. Un po’ poco considerando l’abbondanza di giocatori inutilizzati in stagione sia da Montella, nella prima parte, sia da Gattuso nell’ultima. Inutile tornare sul tanto discusso trasferimento mancato di Gustavo Gomez al Boca Juniors ma, anche qui, 5 milioni avrebbero incrementato le entrate e avrebbero agevolato le casse societaria.
Perché tenere, giusto per menzionare un semplice esempio, José Mauri in prima squadra? Giovane, con qualche problema fisico accusato quest’anno che avrebbe fruttato qualche altro milione in caso di cessione o prestito oneroso. Con Locatelli e Montolivo difficilmente l’argentino troverà spazio, anche perché ciascun match inizia ad avere un peso specifico rilevante in ogni competizione. Anche con André Silva si poteva provare un prestito, non per soldi in questo caso ma per aiutare il portoghese ad entrare sempre più nei canoni tattici e tecnici della Serie A. Qualcosa, sicuramente, poteva farsi ma la dirigenza ha optato per una politica restrittiva in cui si è cercato di consolidare un gruppo che sembra essersi finalmente compattato dopo le diverse difficoltà stagionali.