Sarebbe troppo facile in questo momento parlare della larga vittoria in Bulgaria che ha permesso al Milan (salvo clamorosissime sorprese) di ipotecare gli Ottavi di Finale di Europa League. Sarebbe troppo facile parlare anche dei nove risultati utili consecutivi, delle sei vittorie e tre pareggi, dei 15 gol fatti e dei soli 4 subiti a condimento di questa striscia. Sarebbe, infine, troppo facile parlare di un Milan ritrovato sotto la cura Gattuso con tanti giocatori, che qualcuno aveva già preventivamente bocciato come acquisti sbagliati, che stanno finalmente dimostrando il proprio valore, di una squadra che non sembra poi essere stata costruita davvero con i piedi e di un allenatore che ha dato un gioco, un’anima, un carattere, una coesione di gruppo, lavorando sulla condizione atletica e sulla testa dei suoi calciatori. Tutte cose sacrosante, ma questo non è ancora il momento di guardarsi allo specchio.
Come il nostro Mister sa, sempre più convincente tra campo e dichiarazioni fuori dal campo, questa squadra non ha ancora fatto nulla e non bastano quasi due mesi fatti bene per cancellare i precedenti tre da incubo. Lavorare, lavorare, lavorare. Questo è il mantra dell’ex campione rossonero che sa benissimo che solo attraverso il duro lavoro, la dedizione e la passione in quello che si fa si possono raggiungere determinati risultati e sta cercando di infondere queste idee ad un’intera squadra che sembra davvero rigenerata. Solo continuando su questa squadra il Diavolo potrà togliersi delle soddisfazioni e tornare dove gli compete. Il Milan è ancora, per fortuna, in corsa per tre competizioni ed il proseguio della stagione resta fondamentale per fare un bilancio di questa annata, partita malissimo e che ad un certo punto sembrava da buttare.
Detto degli ottavi di Europa League quasi raggiunti, il Milan ha da giocare un’importantissima semifinale di ritorno di Coppa Italia con due risultati spendibili su tre all’Olimpico contro una Lazio che non sembra più essere, al contrario dei rossoneri, quella di un mese fa. Poi c’è il campionato. Nonostante i sei risultati utili consecutivi, infatti, la classifica è migliorata, ma resta sempre deficitaria. Il settimo posto è un piazzamento deludente ed i nove punti di distacco dal quarto posto, obiettivo minimo stagionale di inizio stagione, sembrano ancora troppi per poter sperare in una rimonta che avrebbe dell’incredibile. Gattuso, però, non ha parlato di obiettivi e non guarda la classifica. Pensare partita per partita e vivere alla giornata sono le due virtù che questa squadra sta mettendo in campo ed in questo modo sta migliorando risultati, gioco e classifica. Quest’ultima, però, resta troppo brutta per essere vera e solo il trittico di partite che arriva adesso potrà realmente dirci dove potrà sperare di arrivare questo Milan.
Sampdoria in casa, Roma fuori e derby contro l’Inter, intervallate dalla formalità contro il Ludogorets in Europa e l’importantissima sfida di ritorno di Coppa Italia in casa della Lazio. Questo ciclo fondamentale di sfide potrà davvero dirci quanto è cresciuto questo Milan se potrà puntare ancora all’impossibile o se sarà meglio focalizzarsi su altri obiettivi. All’andata questo trittico di partite fu l’inizio della crisi con tre sconfitte su tre che riportarono i rossoneri sulla terra e cominciarono a deprimere l’ambiente. Ora, si deve invertire il trend e dare una sterzata definitiva alla stagione. A cominciare dalla temibilissima Sampdoria che verrà a San Siro con tre punti di vantaggio, ma soprattutto verrà a giocarsela. Vincere significherebbe agguantarla al sesto posto, ma soprattutto cominciare bene questo trittico della verità. Gattuso dovrà rinunciare per squalifica a Frank Kessiè, giocatore fondamentale e forse unico vero insostituibile in rosa. L’assenza è grave, ma anche questo servirà a testare la maturità e la capacità di allenatore e squadra.
Twitter: @lino850
This post was last modified on 16 Febbraio 2018 - 19:25