Che i segnali di risveglio dopo il torpore della prima metà di stagione ci fossero, i più l’avevano notato. Dal derby di Coppa Italia in avanti le prestazioni di Lucas Biglia sono lentamente e costantemente in crescita.
Eppure una fascia di irriducibili detrattori, quasi haters – termine meno arcaico e molto più social – continuano a dubitare delle capacità e del valore del centrocampista argentino, tanto da far sbottare mister Gattuso in conferenza: “Ma cosa vi aspettavate da Lucas?!”.
Ed è lo stesso Biglia a fargli eco nel post partita quando ai microfoni dei giornalisti, focalizzando la questione aspettative/critiche,la chiarisce definitivamente sentenziando:“Non sono Pirlo”.
La performance offerta del centrocampista rossonero – che dal “Maestro” ha ereditato solo il numero di maglia – al “Mazza” di Ferrara si puó definire perfetta, decisamente all’altezza dei suoi trascorsi in biancoceleste. Oltre a dare ordine alla manovra ed equilibrio alla squadra, si esibisce spesso in un’altra specialità della casa, il recupero palla. Non solo quello su Viviani che con Meret fuori posizione, gli permette di realizzare il suo primo gol in maglia rossonera. Gol dalla doppia valenza: sigillo sul match e suggello di una prestazione davvero maiuscola.
Oltre alla ritrovata condizione fisica, non eccelsa fino a poco tempo fa a causa degli infortuni patiti ad inizio stagione, grosso merito per la rinascita di Biglia va data senza dubbio a Gattuso. Come ammesso dallo stesso giocatore, al tecnico va riconosciuta la fiducia riposta sul giocatore, anche nei momenti più difficili della sua ancora breve esperienza in maglia rossonera, continuando a considerarlo elemento centrale del progetto tecnico/tattico del nuovo Milan.
E con un Milan che, grazie agli ultimi risultati positivi, ritorna a vedere la zona Europa ed un calendario che gli metterà di fronte nei prossimi venti giorni, a stretto giro di posta, Sampdoria, Roma e Inter nell’ordine, non c’era momento migliore per poter dire: “Benvenuto Lucas”