Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.
Gli animi dei tifosi del Milan intorno alle ore 14 di venerdì scorso erano decisamente contrastanti e per rendersene conto bastava farsi un giro, ad esempio, sulle pagine social di SpazioMilan. Tanti supporters del Diavolo, infatti, hanno detto la loro sull’accoppiamento della squadra di Gattuso agli ottavi di Europa League, dividendosi quasi equamente tra chi si dichiarava contento di aver pescato una delle squadre più blasonate della competizione e chi avrebbe preferito un sorteggio più benevolo per continuare a cullare il sogno di vincere l’unica coppa non presente nella ricchissima bacheca di Casa Milan. Chi scrive non vi nega di inserirsi nel secondo gruppo: non che il Milan sia la vittima sacrificale designata dell’Arsenal, sia chiaro, ma è palese che l’urna di Nyon abbia consegnato a Bonucci e compagni l’avversario più difficile insieme all’Atletico Madrid.
E’ anche vero – se qualcuno lo facesse notare non gli si potrebbe dar poi grande torto – che prima di venerdì le “palline svizzere” erano state estremamente compiacenti col Milan: a cominciare dal doppio preliminare estivo, per continuare alla fase a gironi e finendo ai sedicesimi, sulla strada della squadra di Montella prima e Gattuso poi si sono frapposte sei squadre che senza dubbio in Serie A lotterebbero per non retrocedere. Il fatto che la “più forte” sia stata l’AEK Atene dice già tutto… Comunque, al netto della tesi che ognuno di noi vuole sposare, una cosa è fuori di dubbio: la sfida contro la truppa di Arsene Wenger restituirà a tutto l’ambiente rossonero quel profumo di Europa che conta che dalle parti di Milanello manca, ahinoi, da ben quattro anni. Sfido chiunque, quando il prossimo 8 marzo vedremo gli spalti del Meazza gremiti e in campo un avversario di quella portata, a non volare indietro con la mente verso le grandi notti di Champions che sono state il nostro pane quotidiano. E poi, ne siamo certi, Rino Gattuso troverà una motivazione in più nel voler “vendicare” il 2008, quando, con lui in campo, fummo eliminati dai Gunners negli ottavi di Champions, pareggiando a reti bianche l’andata a San Siro e subendo la beffa dei due gol di Fabregas ed Adebayor negli ultimi minuti nel match di ritorno, in quella che fu anche l’ultima partita di Paolo Maldini in Champions League.
Al momento è difficile fare una previsione sul passaggio del turno perchè tutto dipenderà da come rossoneri e biancorossi britannici arriveranno al doppio appuntamento in programma, come detto, l’8 e il 15 marzo venturi. Poichè è vero che mancano solo undici giorni al match di andata, ma lo è altrettanto che in questo breve lasso di tempo entrambe le squadre affronteranno tanti e difficili impegni in patria: il trittico terribile Roma-Lazio in Coppa Italia-Inter da un lato; la doppia sfida in quattro giorni alla schiacciasassi Manchester City (Carabao Cup prima e campionato poi) e la trasferta a Brighton per Ozil, Aubameyang e soci
Dicevamo della Roma, appunto: stasera Gattuso e i suoi ragazzi saranno impegnati nel big match della 26esima giornata di Serie A contro il giallorossi di Eusebio di Francesco. Una sfida durissima, contro una squadra che, sebbene reduce da una sconfitta in Champions in casa dello Shakthar Donetsk, resta estremamente temibile. Siamo arrivati al momento più duro della stagione, quello nel quale Ringhio dovrà essere bravo a dar fondo a tutta la sua competenza e a tutta la sua rosa, che si spera non si dimostri risicata come in tanti stanno asserendo già dal 31 agosto. Del resto, sin dal suo arrivo, l’ex numero 8 è condannato a non sbagliare praticamente mai: dopo quanto di buono fatto soprattutto in questo 2018, il tecnico calabrese avrebbe tutto il diritto di potersi giocare qualche “jolly” del non dover vincere a tutti i costi (soprattutto contro le big), ma purtroppo chi lo precedeva sulla panchina rossonera li ha già consumati tutti a suon di risultati da media retrocessione. Niente calcoli e niente (giusto) turnover come a Ludogorets: tra dodici ore all’Olimpico scenderanno in campo quelli che sono diventati a tutti gli effetti i “titolarissimi”. Restano in piedi solo i ballottaggi sulle fasce difensive e nel ruolo di centravanti, mentre i restanti nove sono già scritti. Mamma mia, ragazzi: ci aspettano tre settimane assolutamente folli!
Twitter: @Juan__DAv