Dal 23 dicembre il Milan non perde più e questa è già una buona notizia. L’Epifania, ma ancor prima la vigilia di capodanno, hanno iniziato a portar via, invece che le feste, le sconfitte e i musi lunghi. Seppur il Milan pare un paziente convalescente che muove i primi passi giù dal letto di malattia, l’inverno si è tramutato in primavera e il derby di Coppa Italia sudato e conquistato è stata la vite giusta che ha messo a posto molti degli ingranaggi milanisti. Il faccione di Gattuso da allenatore è considerevolmente cambiato rispetto a quando giocava: preoccupato, teso, torvo, meno combattivo e più attento a tenere il timone saldo, lui che di esperienza in panchina non ne ha tantissima. Eppure, per via del suo glorioso passato, la squadra pare essersi convinta ad ascoltarlo e a carpirne quella dedizione e quel sacrificio che aveva in campo. E’ così infatti che il Milan sta vincendo: più che lustrini e paillettes, vanga in mano e tanto sudore.
Al punto, per la verità bruttino, di Firenze è seguita la vittoria col Crotone e una pausa benedetta che ha consentito alla squadra di tirare il fiato. Il Milan scivola e continuerà di certo a scivolare su bucce di banane disseminate qua e là, se non altro però ha la forza di rialzarsi e reagire, cosa che non accadeva nei mesi precedenti, quando mai venivano ribaltati gli svantaggi iniziali. Ora, su questa strada apparentemente libera di traffico, appare una dogana importante: è la Lazio, una delle migliori della storia recente, capace di vincere a Torino contro i sei volte campioni in carica dopo averli battuti in Supercoppa e dominare con autorevolezza le squadre medio-piccole. La truppa di Inzaghi tirerà fuori la paletta e obbligherà il Milan a fermarsi per mostrare i documenti: i biancocelesti non vincono a San Siro dal 1989, autogol di Maldini da metà campo, e paiono avere più che mai le carte in regola per annullare l’astinenza.
Il Milan per non perdere punti sulla patente della classifica, dovrà mostrare il solito indomito spirito che lo ha contraddistinto in queste due settimane: tre giorni dopo, sempre a San Siro, si replicherà per l’andata delle semifinali di Coppa Italia. L’assetto con Biglia e Kessié più o meno resuscitati e la difesa che acquisisce sicurezza, deve essere compensato con un puntero più prolifico, da individuare ancora in Cutrone, lasciato ai margini a Cagliari, che avrebbe certamente risolto in gol almeno una delle diverse palle-gol, per usare una locuzione “breriana”, capitate sui piedi di Kalinic. Dunque, Milan, non temere questa Lazio: a volte, quando l’avversario pare largamente favorito, la situazione può ribaltarsi.