Gennaio può essere il mese della svolta. Già, perché se la media punti del Milan da quando è Gattuso a sedere sulla panchina rossonera è più bassa rispetto all’era Montella, non è certo per colpa dell’allenatore calabrese. Arrivato alla guida della squadra Rino ha da subito manifestato le sue preoccupazioni, in particolare per quello che riguardava la condizione fisica dei suoi ragazzi, definita inadatta alla sua idea di calcio. Dunque a partire dal disastroso pareggio di Benevento, sedute di allenamento intense – da qualcuno definite addirittura massacranti – per mettere un po’ di corsa nelle gambe dei giocatori milanisti che, nonostante abbiano aumentato visibilmente i chilometri percorsi nelle ultime gare, anche contro il Crotone sono apparsi visibilmente stanchi e sovraccaricati.
Dunque la sosta è arrivata nel periodo migliore. Tutto studiato presumibilmente per avere una migliore resa nella seconda parte di stagione, che per quanto compromessa in ottica campionato può comunque ancora riservare ottime sorprese sul versante coppe, soprattutto dopo il passaggio in Coppa Italia ottenuto contro i cugini dell’Inter. Non solo il riposo fisico (e mentale): questa settimana è servita a Gattuso per lavorare serenamente con i suoi giocatori e far metabolizzare loro le sue richieste. Dal suo arrivo in panchina infatti l’agenda è stata piena di impegni e non c’è mai stato un momento utile per inculcare il suo credo e testarlo più e più volte in sede di allenamento. Come ha spesso ripetuto lo stesso allenatore, rispetto a lui Montella chiedeva altro, contemplando un gioco più compassato che si sviluppava più orizzontalmente che verticalmente, e quindi anche gli stessi calciatori hanno faticato a rivoluzionare da un giorno all’altro il loro modo di stare in campo.
Per di più questa settimana di lavoro ininterrotto ha permesso a Ringhio di radunare a sé tutto il gruppo, anche attraverso le doppie sedute che sostanzialmente lo tenevano impegnato per tutta la giornata. I ragazzi, per quanto anche gli stessi senatori a più ripresi hanno ribadito che il clima in spogliatoio è assolutamente sereno e cordiale, hanno bisogno di conoscersi, di legare, soprattutto i nuovi innesti stranieri, che oltre alle difficoltà di integrazione devono fare i conti con la conoscenza della lingua, uno su tutti Calhanoglu. Le squadre rifondate, non lo scopriamo ora, hanno bisogno di tempo per amalgamarsi e creare quel collante fondamentale per diventare un’armata invincibile, dove il principio di sacrificio viene messo al primo. Tempo al tempo; per il momento però Gattuso si tiene stretta questa settimana di lavoro, che può rivelarsi fondamentale per la volata finale su tre fronti.
This post was last modified on 17 Gennaio 2018 - 18:31