I vertici del Milan, nel pomeriggio di ieri, sono stati impegnati nella seduta del Consiglio d’Amministrazione della società. Presente in videoconferenza anche Yonghong Li, il quale ha ricevuto una scadenza di quaranta giorni per ovviare all’aumento di capitale. Entro il 26 febbraio, stabilisce il CdA, il patròn rossonero dovrà versare gli ultimi 16 milioni dei 60 previsti.
Una eventuale inadempienza, scrive La Repubblica nella sua edizione odierna, consentirebbe al fondo Elliott di ottenere la maggioranza del Milan, denunciando il mancato rispetto degli accordi presi a tutela del finanziamento di 303 milioni di euro ricevuto da Li per acquistare la società. Le probabilità che l’avventura dell’uomo d’affari cinese come presidente del Milan abbia questo finale, sono comunque poche. Saranno quaranta giorni con i riflettori addosso per Yonghong Li: in questo lasso di tempo, deve scacciare le perplessità esplicitate dall’Uefa, dai media e dalle autorità tributarie sulla sua situazione finanziaria.
A margine della riunione, Li ha minacciato azioni legali finalizzate alla tutela del suo gruppo. Nella riunione stessa, Fassone ha evidenziato un quadro economico in crescita, con un aumento del budget di 20 milioni grazie ai proventi dello stadio, dei diritti tv e dei risparmi sugli emolumenti di Montella e dello staff. Nessuna menzione sui 50 milioni di euro che Li dovrà versare a giugno per ripianare le perdite, mentre sul finanziamento del debito con Elliott, le alternative sono ancora vaghe.