Oggi, nel tardo pomeriggio, il Milan riprenderà il suo campionato dalla trasferta di Cagliari per la seconda giornata di ritorno della Serie A Tim. Una sfida importante, quasi fondamentale, che dovrà dare tante risposte a Mister Gattuso e ai tifosi sullo stato di forma della compagine rossonera. Dopo un periodo estremamente complicato, infatti, il Milan aveva chiuso la prima parte di stagione con l’importantissima vittoria nel derby di Coppa Italia, il positivo pareggio di Firenze e la sofferta, ma meritatissima, vittoria di misura casalinga contro il Crotone. Una mini serie utile di risultati che aveva fatto tornare mezzo sorriso a Milanello e che ha aperto un piccolissimo spiraglio di luce infondo ad un tunnel che sembrava nerissimo. Ora, dopo la sosta, si torna in campo con l’obiettivo di dare un senso ad una stagione fin qui troppo deludente, soprattutto se si tiene conto delle aspettative che si erano create intorno al Diavolo in estate.
Partendo dal presupposto che i dodici punti che distanziano i rossoneri dal quarto posto, obiettivo minimo dichiarato di inizio stagione ed al momento occupato dalla Lazio che per giunta ha anche una partita in meno, rappresentano un ostacolo insormontabile che rende la zona Champions una chimera, il Milan dovrà cercare di raddrizzare la stagione, rendendola quanto più dignitosa possibile. Migliorare l’attuale ottava posizione in campionato, raggiungendo almeno il sesto posto e una qualificazione tranquilla in Europa League, rivalutare il suo parco giocatori e soprattutto il mercato estivo, cercare di fare più strada possibile in Europa League ed in Coppa Italia. Difficile pensarci ora, ma ovviamente una vittoria in una delle due competizioni sarebbe un toccasana alle tante delusioni e critiche subite fin qui. Giocare ogni partita come una finale e cercare di porsi dei piccoli obiettivi da raggiungere.
Prima di tutto Gennaro Gattuso dovrà cercare di dare un’identità di gioco e di ritrovare uno spirito di squadra e di gruppo. Rimediare agli errori commessi nei primi mesi della stagione è ancor possibile, ma bisogna fare in fretta. Uno dei problemi principali che hanno attanagliato il Milan durante il girone d’andata è senza ombra di dubbio la sterilità in zona offensiva. Troppo spesso ed in troppe partite, infatti, il problema della squadra rossonera non era rappresentato dal creare o dall’essere pericolosi in zona offensiva, ma soltanto dal realizzare, concretizzare la mole di gioco creata. Al di là degli schemi e dai moduli, purtroppo, i 25 gol realizzati in 20 partite rappresentano un bottino troppo magro per poter sognare qualsiasi tipo di obiettivo. Essere l’undicesimo attacco della Serie A dopo aver speso circa 65 milioni di euro per rinforzare la prima linea è davvero un paradosso.
È vero che le squadre allenate da Gattuso non hanno mai segnato valanghe di gol, ma la qualità che ha a disposizione l’allenatore rossonero è decisamente superiore a quella con cui si è trovato a lavorare nelle sue precedenti esperienze in panchina. Il dato evidente, però, è che i milioni investiti in estate per Nikola Kalinic e André Silva non stanno fruttando come si erano augurati Fassone e Mirabelli in fase di calciomercato. Sommando tutte le competizioni, infatti, il croato ed il portoghese hanno totalizzato appena 12 gol, con Kalinic che ne ha realizzati quattro in campionato mentre Silva ha fatto fuoco e fiamme contro avversari di basso calibro come Shkendjia, Austria Vienna e Rijeka salvo poi sciogliersi come neve al sole davanti alle difese italiane, pur avendo meno opportunità rispetto al primo. Ad oggi, il Milan ha speso 5.41 milioni di euro per ogni gol realizzato dal duo che ha eredito i numeri di maglia di Shevchenko e Inzaghi.
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