Quella di Cagliari è stata indubbiamente la miglior partita del Milan di Gattuso e gran parte del merito va proprio a Rino che nonostante tutte le difficoltà è riuscito pian piano a ricostituire quello spirito di squadra che si era perduto. La voglia di correre insieme, di lottare insieme e di aiutarsi in campo hanno la matrice di Rino e sono il primo, importante, sintomo di squadra. Questo è un iniziale importante traguardo raggiunto da Rino con una squadra che è e resta mediocre nei valori nonostante le spaventose spese estive. Ma Rino non c’entra nulla con quelle.
Non ha chiesto lui di spendere 250 milioni per avere una formazione suppergiù del valore di quella dell’anno scorso. Non ha chiesto lui di alterare gli equilibri dello spoglitatoio comprando un leader-non leader da 8 milioni a stagione. Non ha chiesto lui di sborsare 42 milioni per un centravanti che non è presentabile in Serie A. Tant’è che nemmeno Rino lo schiera mai. Lui aveva l’arduo compito di provare a ricreare lo spirito di un gruppo in un spogliatoio diviso e in una società sconclusionata e arruffona, senza nemmeno sapere chi è la proprietà. E pian piano ce la sta facendo.
Ora non bisogna commettere l’errore di sopravvalutare questi buoni risultati dell’ultimo mese. In fondo contro Crotone e Cagliari aveva vinto anche Montella a inizio stagione. Il Milan di Montella, al quale è stata inopinatamente cambiata la rosa per due terzi, aveva questa caratteristica: vinceva con le formazioni più deboli e perdeva contro le più forti. Dopo l’esonero di Montella, il ruolino è addirittura peggiorato e la squadra ha iniziato a perdere punti anche con le ultime della classe, Benevento e Verona docunt. Ora, dopo un comprensibile e legittimo periodo di assestamento, con Gattuso la squadra è tornata al rendimento che aveva con Montella, l’anno scorso e all’inizio di quest’anno, cioè battere le piccole.
A partire dalla Lazio vedremo se sarà costante anche il negativo andamento con le grandi o se Gattuso riuscirà nel miracolo di migliorare anche questo. Per il momento è riuscito a ricreare lo spirito di gruppo che in un anno e mezzo aveva dato Montella e che la dirigenza ha fatto di tutto per distruggere. Staremo a vedere, consci del fatto che se non dovesse farcela avrebbe comunque dato il massimo per il bene del Milan. Oltretutto senza nemmeno una certezza contrattuale, visto che il suo legame con il club rossonero ha il 30 giugno come data di scadenza.
La speranza, da milanista, è che Rino sia chiamato a discutere del suo rinnovo con altri dirigenti. Magari all’altezza della storia e delle prospettive dei tifosi. Temo, però, che la coppia Fassone-Mirabelli avrà almeno un altro anno di fiducia da parte della proprietà. A proposito di proprietà seguiamo con curiosità e un pizzico di ammirazione gli equilibrismi dialettici con cui vogliono farci passare questo misterioso finanziamento da rifinanziare senza finanze che, secondo chi ha venduto il Milan avrebbe dovuto rappresentare il ritorno del Milan nell’elite del calcio mondiale. Da qui al 4 marzo ne sentiremo molte, da una parte e dall’altra. Purtroppo, di tutta questa tarantella ne stanno facendo le spese i tifosi del Milan. Soprattutto coloro che riescono ancora a illudersi.
This post was last modified on 25 Gennaio 2018 - 16:09