Inviato di Mattino Cinque e grande rossonero. Guglielmo Mastroianni è intervenuto in esclusiva alla nostra trasmissione SpazioMilan – L’emozione rossonera in onda tutti martedì alle 12 su Top Calcio 24 (canale 114 e 152 del dtt) dopo aver twittato l’idea di Gattuso di dimettersi dopo Verona. Idea smentita prontamente dalla società.
“C’è poco da spiegare, quello che dovevo dire l’ho scritto ieri con un tweet. Da quello che risulta a me, ieri nel pomeriggio c’è stato questo duro confronto a Casa Milan durante il quale Gattuso ha parlato di dimissioni. Questo non vuol dire che Gattuso fosse arrivato con la lettera di dimissioni già pronta e se ne sia andato via e che poi qualcuno l’ha convinto a cambiare idea. Quella era un idea che lui aveva già dal mattino, frutto di un suo malessere già palpabile nella dichiarazione “non sono Padre Pio” riferita subito dopo Verona. Per un milanista quello che è successo domenica lo colpisce anche dal punto di vista della sensibilità personale prima ancora che da quello professionale. E questa cosa lo avrebbe portato, alla luce di quanto sarebbe avvenuto sul pullman nel viaggio di ritorno“.
E ancora: “Gattuso è uno che quando perde il Milan la prende molto male, la viveva male da calciatore, a maggior ragione oggi che ha delle responsabilità tecniche di guida della squadra. Il fatto di vedere un atteggiamento eccessivamente rilassato sul pullman, un clima generale che aveva portato ad un primo confronto sul pullman stesso con la squadra, lo aveva portato a questa determinazione. Poi non significa gettare la spugna. Gattuso non è uno di quelli che gettano la spugna. Quante volte abbiamo sentito raccontare a Galliani di aver dovuto convincere Gattuso dopo la sconfitta. E’ Gattuso stesso che lo racconta di voler andare via dopo Istanbul. Poi lo hanno chiuso per un’ora e mezza nella sala dei trofei, come lui stesso racconta, e ha deciso di continuare. E’ nel pieno spirito caratteriale di Gattuso una simile reazione. Lo hanno scelto proprio per questo, all’interno della squadra Milan c’è bisogno di una forte iniezione di milanismo. Credo che ognuno di noi abbia sentito ribollire il sangue quando ha sentito dire che Gattuso sarebbe stato l’allenatore del Milan. Perchè Rino Gattuso è uno di noi. Ritorno di Montella? Assolutamente no. La smentita del club ci sta, se tutta la squadra rema nella stessa direzione siamo tutti più contenti perché prima che essere giornalisti siamo milanisti e speriamo che Gattuso riesca ad ottenere quei risultati che diventano fondamentali per la stagione sportiva che doveva essere quella del rilancio ed invece si sta trasformando in una sorte di psico-dramma. Andiamo avanti, speriamo che questo ritiro porti i suoi risultati“.
Sul ritorno di Kakà: “Per me può fare quello che vuole. Davanti al nome di Kakà bisogna inchinarsi tutti. Che lo corteggi Fassone o che lo corteggi Galliani cambia poco. Io quando nomino Kakà mi inginocchio e faccio il segno della croce. Parliamo di uno che ci ha regalato tante emozioni, tante gioie e che ci ha fatto sentire tanto importanti. Quando avevamo Van Basten in squadra avevo la percezione di avere il più forte giocatore al mondo, la stessa sensazione me l’ha ridata solo Kakà”.
This post was last modified on 19 Dicembre 2017 - 15:08